La nuova legge contro il terrorismo divide
Gli arresti domiciliari per persone pericolose non trovano sostegno a sinistra
Piace ai partiti borghesi la nuova legge per lottare contro il terrorismo. Anche il Partito socialista (Ps) la approva, ma a denti stretti: particolarmente controversa è la misura degli arresti domiciliari per persone che rappresentano una minaccia per il Paese.
Nel marzo 2016 il Tribunale penale federale aveva condannato tre iracheni per sostegno allo Stato islamico (Isis). Dopo pochi mesi erano però stati rilasciati, avendo scontato gran parte della pena, per buona condotta. Sebbene l’Ufficio federale di polizia (fedpol) avesse richiesto l’espulsione, in quanto continuavano a rappresentare “una minaccia per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera”, non sono stati espulsi: nel loro Paese d’origine rischierebbero la tortura o addirittura la pena di morte.
La legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (Pmt) – posta in consultazione fino a ieri – permetterebbe alla polizia di porre agli arresti domiciliari persone che rappresentano una minaccia terroristica, contro le quali non è in corso alcun procedimento, ma per le quali esiste un rischio di recidiva e possono essere considerate pericolose. Concretamente essa prevede che le persone a rischio siano obbligate a presentarsi regolarmente presso un posto di polizia, non possano lasciare il Paese e venga loro sequestrato il passaporto o la carta d’identità. Inoltre a loro sarà vietato avere contatti e lasciare o accedere a determinate aree. Chi poi rappresenta una dichiarata minaccia può venir costretto a stare in un certo luogo, munito di un braccialetto elettronico e con il cellulare sotto controllo. Inoltre gli individui più radicalizzati che stanno per essere espulsi potranno venir incarcerati se rappresentano un pericolo per la sicurezza interna.
La revisione legislativa, in maniera generale, trova il sostegno di Udc, Plr, Ppd e Cantoni. Per il partito liberale radicale si tratta di misure che rafforzano il dispositivo penale antiterrorismo. “La lotta deve iniziare non appena inizia la fase della radicalizzazione”, quindi occorrono interventi a monte della procedura penale. Democentristi e popolari democratici danno il loro assenso al testo, ma su certi punti l’Udc vorrebbe andare oltre: la durata massima di ogni misura dovrebbe passare da sei a dodici mesi. Dal canto loro socialisti e Verdi liberali respingono in modo categorico gli arresti domiciliari: per imprigionare qualcuno è necessaria la presunzione di colpevolezza. Per il Ps questo è “un principio importante che non va abbandonato”. Inoltre per il partito esistono già sufficienti strumenti che permettono la detenzione di un individuo per proteggere la popolazione dal terrorismo.
Di questo avviso è anche Amnesty International che respinge in blocco la revisione legislativa, giudicandola non necessaria. Inoltre essa comprometterebbe diversi diritti fondamentali.