In Turchia Erdogan supera Atatürk
Istanbul – Erdogan supera Atatürk. Con più di 15 anni al potere, prima come capo del governo e ora come presidente, da ieri è lui il leader più longevo della Turchia repubblicana. Il suo fondatore Mustafa Kemal detto Atatürk – il ‘padre dei turchi’, appunto – è ormai alle spalle. Con 5’493 giorni ininterrotti alla guida del Paese, Recep Tayyip Erdogan supera così un altro scoglio simbolico nella partita per diventare il leader assoluto della Turchia, cambiando pelle alla repubblica laicista e filo-occidentale voluta dall’uomo che la fece nascere sulle ceneri dell’impero ottomano, e rimase al potere dalla fondazione del 29 ottobre 1923 alla sua morte, il 10 novembre 1938. Il record di Erdogan nasce il 15 marzo 2003, quando diventa capo di un governo guidato dal partito di ispirazione islamica Akp, succedendo ad Abdullah Gül, che gli aveva scaldato la poltrona per qualche mese in attesa della conclusione di un’interdizione dai pubblici uffici, comminatagli insieme a 10 mesi di carcere (di cui 4 scontati) per incitamento all’odio religioso. Da allora sarà primo ministro fino alla vittoria nella prima elezione diretta del presidente della Repubblica, nel 2014. Un ruolo di garanzia costituzionale, che Erdogan ha però sempre interpretato in modo estensivo, presiedendo spesso anche il Consiglio dei ministri. Il suo presidenzialismo ‘de facto’ è diventato ufficiale dopo il referendum dello scorso anno, che con un risultato di misura e molto contestato ha assicurato al prossimo capo dello Stato poteri esecutivi molto ampi. E a questo nuovo obiettivo Erdogan sta già lavorando da mesi. Per forgiare un’alleanza con i nazionalisti dell’Mhp, eredi dei lupi grigi, ha appena cambiato la legge elettorale, che finora vietava ai partiti di presentarsi in coalizione con simboli diversi. Così punta a superare al primo turno la soglia del 50%, per evitare un insidioso ballottaggio. Un voto previsto tra un anno e mezzo, ma che potrebbe essere anticipato per cavalcare l’onda nazionalista dopo l’offensiva militare in Siria.