Fuggi fuggi dalla Katja Boat
Nuovo piccolo terremoto per la Katja Boat di Locarno, emblema del turismo lacustre, “creatura” di Roberto Bottani, il capitano storico uscito di scena qualche mese fa dopo l’arrivo della versione ipermoderna del natante, generosamente finanziato da un imprenditore della Svizzera tedesca che se n’è poi assunto in tutto e per tutto paternità e controllo. Giunge notizia in questi giorni di una doppia partenza in simultanea dalla società: se ne sono andati Nicola Sussigan, direttore, e Marco Zambetti, responsabile dei servizi a bordo. Sussigan, raggiunto dalla ‘Regione’, si limita a confermare, spiegando che «la decisione di abbandonare è legata a divergenze di vedute nei metodi gestionali». Insomma più o meno gli stessi motivi che avevano indotto la partenza di Bottani, il quale per altro rimane ancorato alla “sua” Katja Boat grazie al fatto di essere azionista di minoranza della società anonima. Intanto, comunque, l’attività turistica sul lago perde altri due pezzi fondamentali nell’ottica di quel rilancio a 360° dell’attività annunciato a fine ottobre: se Bottani, per decenni, con i suoi modi approssimativi ma molto apprezzati dai turisti, è stato il “marchio” dell’iniziativa, Sussigan e Zambetti dovevano e volevano rappresentare una svolta professionale per la Katja Boat, la cui offerta era stata sin da subito rilanciata e ampliata con alcune idee anche interessanti. Ma evidentemente i rapporti con la proprietà non sono mai decollati. Proprietà che, ricordiamo, è rappresentata dal confederato Peter Eltschinger, il quale con René Untersee aveva deciso di portare il tutto su acque decisamente più imprenditoriali: una scelta di cui sembrano emergere, per ora, più svantaggi che pregi. Unico superstite del vecchio corso, il capitano Habib Thoma.