Blitz alle 23.35. Plein: ‘Uno scandalo!’
Erano le 23.35 di martedì sera quando l’ispettorato del lavoro ha fatto visita allo stilista Philipp Plein nella sua sede di Lugano. Lo stilista ha scelto Instagram per denunciare l’accaduto: “Siamo stati trattati come criminali”, sono le parole di Plein che stava mangiando una pizza con sei designer e quattro fornitori arrivati dall’Italia”. “Ci è stato chiesto di smettere il lavoro e di lasciare immediatamente l’edificio. Non posso credere che il Canton Ticino, che sta cercando di attirare il settore della moda, possa trattarmi come criminale”. Plein lamenta la rigidità del sistema: “Non posso accettare tale trattamento. Mangiavamo una pizza e ci è stato chiesto di mostrare i nostri documenti altrimenti sarebbe stata chiamata la polizia”. Lo stilista ricorda il suo contributo all’economia locale: “Ho un totale di oltre 700 dipendenti in tutto il mondo che lavorano per il mio gruppo con uffici a New York, Hong Kong, Milano, Mosca. Negli ultimi 4 anni ho creato più di 140 posti di lavoro. Solo a Lugano il mio gruppo sta generando un fatturato di oltre 300 milioni di dollari! Non ho mai ricevuto un trattamento simile!”. E non è la prima volta, dice Plein: “L’anno scorso 2 persone del mio team sono state trattate allo stesso modo perché stavano installando 6 computer e configurando i server per dei nuovi dipendenti. Questo doveva essere fatto fuori dall’orario di lavoro perché serviva spegnere tutti i computer, altrimenti oltre 140 persone sarebbero rimaste senza strumenti di lavoro per diverse ore. Non aver potuto terminare, ci ha costretti il giorno dopo a restare senza telefoni e computer per mezza giornata. È uno scandalo!” Dalla testimonianza di una ex dipendente, emerge però un’altra verità. Intervistata dalla Rsi, svela che «dovevamo lavorare tutta la notte». Non retribuiti, piccolo particolare, per questi straordinari. Non solo: «Dovevamo essere sempre a sua disposizione, anche nella sua villa di Cannes, non potevamo nemmeno uscire di casa». Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia, ricorda le restrizioni di legge: «Il lavoro notturno di principio è vietato dalla legge», dice, esiste ma possibilità di deroghe a determinate condizioni.