Sapori in libertà resta (quasi) a km zero
Un mese di gastronomia, oltre trenta ristoratori coinvolti, più di centosessanta piatti in totale. Per il suo settimo anno, la più grande manifestazione di genere del Luganese si ripropone con una formula leggermente diversa, ma sempre fedele a sé stessa. Da Mezzovico a Morcote, da Sessa a Cadro, numerosi ristoranti della regione si uniranno per un mese – dal 6 aprile al 6 maggio – per dar vita a ‘Sapori in libertà’. Presentata ieri, la rassegna si preannuncia rinnovata a partire dalla presidenza. «Pur non essendo ticinese di origine – ha detto il neonominato Pierpaolo Mariano –, per me è un onore ricoprire questa carica: amo i prodotti locali e trovo che siano molto interessanti». «Siamo l’unica manifestazione culinaria a difendere davvero questo tipo di gastronomia – ha detto dal canto suo il predecessore di Mariano e presidente di GastroLugano, Daniele Meni –, la rassegna è nata per essere a chilometro zero e ancora oggi lo è, o quasi». Quasi, perché – a seguito delle lamentele di alcuni dei ristoratori aderenti all’iniziativa –, per quest’anno i lacci del regolamento sono stati leggermente allentati: non è più obbligatorio infatti proporre unicamente piatti locali, ma per partecipare alla rassegna un ristoratore deve offrire almeno una pietanza ticinese. «Malgrado questo – si rallegra l’organizzatore Antonio Latella–, la stragrande maggioranza degli associati è rimasta fedele alla nostra filosofia iniziale». A credere molto nel legame col territorio e nel successo che questo può rappresentare – anche da un punto di vista turistico – è pure il presidente di GastroTicino Massimo Suter. «È un ritorno alle origini – ha detto –, dal profilo dei prodotti usati, dei metodi di preparazione e da quello della presentazione dei piatti. In un mercato, come il nostro, invaso da prodotti dei quattro angoli del globo, questa è la strada da percorrere per apprezzare le bontà del territorio». Una direzione che dall’inizio sostiene anche l’ente pubblico. «È una rassegna importante in un settore che sta diventando economicamente sempre più importante – è l’opinione del capodicastero Eventi Roberto Badaracco –, lo indica anche il fatto che Lugano sia stata designata ‘Città del gusto’ quest’anno. Quest’unità è un bellissimo segnale che arriva dagli esercenti. La messa in rete è la carta vincente per il futuro». Quali specialità degustare quindi, e dove farlo? Per queste e tutte le informazioni, consultare il sito