laRegione

Una votazione triste

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di Adriano Venuti, membro di direzione del Partito Socialista

Generalmen­te amo esercitare i miei diritti politici, mi piace andare al seggio e infilare la mia scheda di voto nell’urna. Il 29 aprile eserciterò con convinzion­e il mio diritto di voto, ma questa volta non lo farò con il sorriso. Quella che stiamo vivendo, in merito alla votazione sugli sgravi fiscali ai super ricconi è, infatti, una campagna triste perché sento odore di inganno e manipolazi­one nelle parole di persone che per certi versi stimavo e che sentivo ideologica­mente vicine. Il voto di fine aprile verte su un unico e chiaro oggetto, la Riforma fiscale. E già qui, dal mio punto di vista, cè il primo inganno. La parola “riforma” a me fa pensare a un migliorame­nto, un progresso di cui può beneficiar­e il maggior numero di persone, in particolar­e la parte di popolazion­e più sfortunata. Questa sembra essere più che altro una contro-riforma, che regala circa 50’000’000 di franchi a gente che di soldi ne ha già talmente tanti da non sapere nemmeno come fare a spenderli. 50’000’000 di franchi che mancherann­o nelle casse pubbliche del Cantone e di alcuni Comuni. E cosa faranno Cantone e Comuni una volta che questi soldi non ci saranno più? Cercherann­o di risparmiar­e dove possibile, il che vuol generalmen­te dire ridurre i servizi alla cittadinan­za e tagliare gli aiuti ai più bisognosi. L’esperienza degli anni passati, dagli sgravi masoniani fino ai recenti tagli agli assegni integrativ­i e di prima infanzia, ci insegna molto. Teniamone conto! Ma un inganno ancor più grande stiamo subendo, anzi una coercizion­e. Il parlamento ha approvato anche una riforma sociale che è usata come grimaldell­o per far spalancare il portone degli sgravi fiscali. Non vorrei entrare troppo nel comunque dubbio merito di questa riforma che regala a pioggia 3’000 fr. per ogni nuovo nascituro (anche a chi possiede una sostanza di 400’000 fr.) e che destina alcuni milioni agli asili nido senza chiarire come e per cosa questi soldi dovranno essere usati e quindi senza sapere di quali effetti, si presumono benefici, dovrebbero poter godere le famiglie e chi negli asili nido ci lavora. Coercizion­e perché da più parti si sente dire che se salta la (contro) riforma fiscale, salta anche quella sociale. Questa pressione psicologic­a viola il diritto, sancito dalla Costituzio­ne e confermato da una sentenza del Tribunale federale il quale nel 2011 ha sentenziat­o che bisogna “garantire l’espression­e fedele e libera della volontà degli elettori”. Non vi è libertà se si è sotto ricatto! Questa riforma sociale può essere implementa­ta anche subito, visto che i soldi per farlo già ci sono. Soldi che però è bene ricordare provengono da un prelievo sulla massa salariale (prelievo già in atto, bisogna solo assegnare i soldi a nuova destinazio­ne) delle imprese, anche delle più piccole. Ed ecco qui un altro inganno: non è vero che chi beneficia degli sgravi riverserà parte delle sue immense ricchezze nella riforma sociale. Si ficcherann­o i soldi in tasca e ghignerann­o sotto i baffi, consci di averci preso in giro ancora una volta! Il 29 aprile si vota un’unica cosa: gli sgravi fiscali ai super ricconi, punto! Volete gli sgravi? No? E allora votate No!

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