Pasqua positiva per alberghi e ristoranti ticinesi
Meno venti punti percentuali negli alberghi, ma nessun allarme: ‘Torneremo a crescere nel 2019’ Bilancio del fine settimana pasquale tutto sommato positivo per il turismo: alberghi frequentati e ristoranti che hanno potuto recuperare un inizio di stagione
Meno venti punti percentuali rispetto allo scorso anno. Ovvero alberghi del centro pieni all’80% e quelli nelle valli al 60%. «Ma siamo in linea con le aspettative». Non si lamentano troppo gli albergatori ticinesi per come è andato il fine settimana pasquale. Intanto perché, spiega da noi contattato il presidente di HotellerieSuisse Ticino Lorenzo Pianezzi, nel 2017 si era registrato il tutto esaurito in città e un buon 80% di camere occupate nelle valli. E poi perché bisogna considerare i numerosi fattori che hanno giocato contro quest’anno. Fattori peraltro già noti alla vigilia, tanto che un recente studio dell’Osservatorio del turismo (Usi) aveva evidenziato come il 57% degli albergatori interpellati si attendeva un weekend mediocre o pessimo. «Con Pasqua bassa e tanta neve in montagna, molta gente ha optato per lo sci – rileva Pianezzi –. Poco male: sono ospiti che torneranno a visitare il Ticino nei prossimi mesi». Riguardo al calo, il presidente di HotellerieSuisse Ticino ricorda come «durante tutto il 2017 siamo cresciuti molto. Non potevamo quindi ragionevolmente attenderci un andamento come quello dello scorso anno. Se riuscissimo a eguagliare il risultato del 2017, saremmo già molto soddisfatti». Niente allarmismi dunque: «Torneremo a recuperare terreno nel 2019, con la ripresa di alcuni eventi, come il congresso sui linfomi maligni – che genera circa 40mila pernottamenti – e gli Harley Days». C’è poi il 2020, con l’apertura della galleria di base del Ceneri, su cui Pianezzi conta per un ulteriore rilancio.
‘Bisogna riuscire a scrollarsi di dosso la dipendenza dalla meteorologia’
Anche il meteo sembra aver giocato il suo (classico) ruolo, con un venerdì e un sabato santi caratterizzati da tempo grigio e qualche goccia, seguiti da una Pasqua e una Pasquetta votate al sole. «Ci sono comunque confederati che scelgono il Ticino anche se non c’è il sole – rileva Pianezzi –. Mi piacerebbe però che il cantone riuscisse a mettersi alle spalle del tutto questa sorta di meteoropatia. Ci stiamo pian piano avvicinando all’obiettivo: prendiamo ad esempio il Lac e la manifestazione con i salvagenti colorati in Piazza Grande: se ce la facciamo ad abituare i turisti che c’è qualcosa da fare anche senza il bel tempo, allora abbiamo fatto un passo avanti». Eppure, fa notare dal canto suo il presi-
dente di Gastro Ticino Massimo Suter: «Il nomignolo ‘Sonnenstube’ che ci hanno dato gli svizzero-tedeschi parla da solo: eliminare il cliché del sole dalla nostra immagine turistica sarà impossibile. Ciò non toglie che bisogna puntare anche su manifestazioni che non siano meteodipendenti».
Intanto Pasqua e Pasquetta hanno permesso ai ristoranti di tirare un piccolo sospiro di sollievo: «Sono state due ottime giornate», annota Suter, il quale rimarca come i primi tre mesi del 2018 non siano stati molto entusiasmanti per il settore. «Molti turisti sono scesi in Ticino soprattutto perché hanno visto che
c’era il bel tempo», dimostrazione che «il meteo è ancora l’ago della bilancia». I buoni risultati di Pasqua sono però anche stati raggiunti grazie alla clientela indigena: «Un ringraziamento va a tutti quei ticinesi che hanno scelto di mangiare il pranzo pasquale nei nostri ristoranti».