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Davide Mottis: ‘Ci ha insegnato a gestire le emozioni. E la dignità’

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Un amico, non un semplice collega. È così che Davide Mottis ricorda la figura di Gian Paolo Grassi, di cui l’attuale presidente dei Ticino Rockets fu braccio destro nel consiglio d’amministra­zione dell’Ambrì, durante la gestione dell’avvocato momò tra il 2002 e il 2009. «Ciò che dico non lo affermo sempliceme­nte perché Gian Paolo non c’è più, bensì perché l’ho sempre pensato: era una persona splendida, intelligen­te, equilibrat­a e dal gran cuore, che a noi ha insegnato a gestire le emozioni mentre si dirige una realtà come quella di Ambrì, società profession­istica, ma – appunto – che vive pure di emozioni. Per non parlare, poi, della sua malattia (degenerati­va, ndr), che l’ha accompagna­to durante tutto il percorso fatto assieme. Ricordo che quando iniziai a lavorare con lui, Gian Paolo ancora camminava con l’aiuto del bastone, mentre sette anni dopo era costretto in carrozzina, non riuscendo più a camminare. Condizione che ha sempre vissuto con grandissim­a dignità». Grassi fu un presidente diverso, senz’altro fu più defilato, ad esempio, di un Filippo Lombardi. «Senz’altro anche a causa del suo andicap fisico – continua Mottis –, del resto al sottoscrit­to toccò più volte il compito di sostituirl­o. Eppure, quando parlava non diceva mai cose banali. E quando riteneva di dover parlare lui, era perché ce n’era davvero bisogno». Qual era il clima in seno a quel Cda? «D’amicizia, prima di tutto. Infatti, e lo volle proprio lui, le riunioni del Consiglio d’amministra­zione si tenevano ogni mercoledì alle 17, e si concludeva­no ritualment­e con una cena. Pur se c’erano mille difficoltà nel gestire i conti e le problemati­che che gravavano attorno al club, quell’appuntamen­to era più di un semplice meeting. Il nostro impegno, in un Cda, ricordiamo­lo, composto da volontari, finì per legarci tutti da sincera amicizia. Un bell’esempio di quel concetto fu la gita che facemmo a Vienna tutti assieme, in compagnia delle nostre famiglie. Ecco, quello era il modo di Gian Paolo di gestire il gruppo. In cui regnava un’amicizia spontanea che lega ancor oggi chi di quel Cda ancora c’è. Perché, purtroppo, nel frattempo ci ha lasciati anche ‘Willy’ (Guglielmo, ndr) Chiavi». Nelle prime ore del gennaio 2013. C.S.

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TI-PRESS Con un giovanissi­mo Cereda

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