laRegione

Secondo posto a tiro

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Il sabato ha portato almeno una sorpresa, la sconfitta di Ginevra a Boncourt, lanciando l’Olympic a un +4 che non muterà più la leadership nemmeno dopo lo scontro diretto fra quindici giorni, giusto una settimana prima della finale di Coppa. Per i ginevrini un colpo che sarà duro da digerire, come altri in stagione. Il Lugano, battendo il Neuchâtel, si riavvicina a due punti, per cui sabato prossimo a Ginevra la sfida per il secondo posto rimane aperta. Per Massagno nulla da fare contro l’Olympic, e non poteva essere altrimenti, considerat­e le assenze di peso. Infatti, oltre ai soliti noti, la Sam si è trovata a giocare contro la leader stagionale senza Jankovic e questo fattore ha pesato come non mai sull’economia del gioco. Non che Touré fosse nella sua migliore giornata, ma il fatto di avere il solo Aw a lottare sotto le plance, ha pesato nello sviluppo del gioco. Se poi ci si aggiunge un Ongwae non pervenuto per almeno 25 minuti, un ritmo bassissimo e una difesa molto poco reattiva sull’arco, ecco che la sconfitta rientra nelle logiche delle forze in campo. La Sam avrebbe dovuto correre e difendere, invece non ha fatto nulla di tutto ciò. Giocando su ritmi blandi, Mladjan e compagni hanno fatto ciò che volevano, senza faticare più di tanto. Un tira e molla nel punteggio, con quel 12-0 per gli ospiti in entrata di gara che è stato tutto un programma. Poi c’è stato sì qualche spunto, ma ogni volta che Martino e compagni tornavano a -5 o -7, i burgundi allungavan­o a piacimento. Sotto di 9 dopo 10’, nulla è mutato nel secondo quarto, chiuso sul 32-43. In pratica, solo Aw e Roberson a dare sostanza, loro 25 dei 32 punti. Nel terzo quarto l’allungo ospite a +26, 4167 al 27’, e poi via a tirare a campare negli ultimi 10 minuti di gara. Lugano-Neuchâtel si annunciava come gara difficile e così è stata. I neocastell­ani sono forti, hanno una panchina lunga e giocatori di qualità, un insieme che Bavcevic sta plasmando e che dirà la sua nei playoff. Il Lugano ha giocato una buona partita, con una buona difesa per lunghi tratti e con un gioco in velocità che non ha uguali quando riesce a svilupparl­o. Il 20-20 dopo 10’ è stato il segnale di uno “studio” strategico: equilibrio fino al 28-26 al 3’, poi un 10-1, sulla tripla di Steinmann per il 40-27 al 6’. Ma Rakovic ha trascinato i suoi nel finale di tempo sul 42-35. Scappa a +1 il Lugano nel terzo quarto, torna a -6 il Neuchâtel, ma poi ci pensa Carey con 8 punti consecutiv­i a portare i suoi a +16, 60-44. Nuovo calo difensivo di Rambo e compagni per un 3-13 che porta il punteggio sul 63-59. Petit corre ai ripari, rimette Rambo in regia, Stockalper e Molteni mettono due triple che chiudono la gara, 74-63 a due minuti dalla fine, con il +15 finale arrotondat­o dai liberi. Un dato su tutti: il 10 su 24 da tre del Lugano, contro il 2 su 20 ospite, differenza abissale che ha dato la vittoria. «Non era facile vincere contro questo avversario perché ha grande qualità – commentava Petit a fine gara –: ma sono contento per come abbiamo giocato e per l’amalgama che migliora. Qualche distrazion­e in difesa è stata evidente e lì dobbiamo lavorare, mentre in attacco, quando la palla gira veloce, diventa difficile per gli avversari controllar­e il perimetro».

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I Tigers si riportano a -2 dai Leoni di Ginevra
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TI-PRESS/GOLAY

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