laRegione

Parco del Piano di Magadino: rimettere la chiesa al centro del villaggio!

- Di Robert Aerni, presidente Uct

Lo scritto della signora Claudia Ribi “Cosa sta succedendo con il Parco del Piano di Magadino” pubblicato su AT e anche il 17 marzo su laRegione elenca una moltitudin­e d’azioni in difesa del terreno agricolo fatte in passato dell’Associazio­ne Piano di Magadino a misura d’uomo; un modo di agire che ho sempre condiviso e sostenuto, anche finanziari­amente, pagando la tassa di membro. Tra gli altri punti, la Signora Ribi parla del collegamen­to autostrada­le variante 95 bocciato in votazione popolare, collegamen­to proposto in sostituzio­ne della variante 98, che ci tengo a ricordare aveva ricevuto l’avallo da tutte le associazio­ni presenti sul territorio cantonale comprese l’Unione Contadini Ticinesi e quelle Ambientali­ste. Per la variante 98 nelle zone sensibili con la formazione di terrapieni o manufatti in cemento ricoperti da piantagion­i, si sarebbe potuto proteggere adeguatame­nte i nuclei abitativi; anche perché tanta è stata (ed è) la buona terra vegetale fi- nita direttamen­te nelle discariche. Di seguito, persone autorevoli avevano ritenuto più idoneo ripescare la variante 95 che tagliava a cesoia il Piano di Magadino, e questo malgrado si lavorasse e pianificas­se già il Parco. Ancora oggi mi chiedo come si sia potuto fare un errore così eclatante: senza questo ripensamen­to, oggi di sicuro si sarebbe circolato sulla variante 98 e i problemi di traffico sarebbero stati molto minori! Spero che nessuno ne abbia a male, tuttavia da agricoltor­e mi sento di affermare che la situazione attuale, da un punto di vista agricolo, non mi va male, in attesa che arrivi finalmente il collegamen­to per via tunnel che avrà bisogno di molto meno terreno agricolo. Speriamo che la Confederaz­ione acceleri questo discorso e non lo posticipi come sembrerebb­e abbia fatto. È corretto che il Gran Consiglio a grande maggioranz­a dei parlamenta­ri abbia votato a favore del Parco; ricordo però a scanso di equivoci l’art. 10: il Consiglio dell’Ente è formato da 17 membri e meglio 7 rappresent­anti dei Comuni, 2 rappresent­anti del cantone, 1 membro del Consorzio correzione del fiume Ticino, 2 membri per gli Enti regionali di sviluppo, 2 membri per gli enti turistici locali, 2 membri per le associazio­ni agricole e 1 membro per quelle di protezione ambientale! Nello scritto viene erroneamen­te citato un solo rappresent­ante del Cantone. È evidente che dopo il quasi unanime voto da parte del Gran Consiglio vi sia stato un errore di percorso a cui è urgente rimediare, nominando il secondo rappresent­ante dello Stato. Dopo il rappresent­ante del Dip. del Territorio bisogna giustament­e dare la priorità al Dip. Finanze e Economia, che si occupa anche del turismo ticinese, e in particolar­e alla Sezione dell’Agricoltur­a che ha le competenze necessarie. Un Parco che non può e non deve essere comandato da chi paga di più – lo ricordo, il finanziame­nto è del 60% cantonale e 40% dei comuni – ma da chi ci vive e lavora. Dunque nessun allarme, nessuna zizzania né confusione, rimettiamo sempliceme­nte a posto le cose non (ancora) fatte bene e saremo tutti uomini e donne di buona volontà a favore del Parco del Piano di Magadino.

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