Il menestrello e i matrimoni gay
Da menestrello e icona della controcultura negli anni Sessanta, a spot-man per Victoria’s Secret e Cadillac all’inizio del Millennio. Da premio Nobel per la Letteratura nel 2016, a “crooner” per matrimoni gay a Las Vegas. Bob Dylan, l’11 aprile all’Hallenstadion di Zurigo per il suo Never Ending Tour, torna ancora una volta a reinventarsi. ‘She’s Funny That Way’, una canzone del 1929 che tra i suoi interpreti celebri ebbe anche Frank Sinatra, è stata modificata da Mr. Tambourine Man cambiando il pronome da femminile a maschile: ‘He’s Funny That Way’. Il brano è uno dei sei incluso nel nuovo Ep intitolato ‘Universal Love’ uscito ieri negli Usa. “The Times They Are A-Changin’”, come nel leggendario brano che il giudice conservatore della Corte Suprema Anthony Scalia intonò sdegnato dopo che i suoi colleghi, lui dissenziente, avevano legittimato nel 2015 i matrimoni omosessuali. Gli interpreti di ‘Universal Love’, tra cui Kesha e St. Vincent, hanno rivisto in chiave gay una serie di famosi successi pop. “Se pensi alla storia della musica degli ultimi decenni, le canzoni hanno in maggioranza una prospettiva eterosessuale”, ha detto Tom Murphy, uno dei produttori: “Non dovremmo invece mettere queste canzoni popolari alla portata di tutti?”. L’album è stato finanziato da Mgm Resorts International con l’idea che le nuove cover diventino brani da suonare nelle cerimonie. Le nozze gay rappresentano tra il 20 e il 30 per cento di tutte le unioni celebrate nei 15 alberghi della catena del gruppo a Las Vegas. Per il progetto, Ben Gibbard, il frontman di Death Cab for Cutie, ha scelto di trasformare ‘And I Love Her’ dei Beatles in ‘And I Love Him’: “È una canzone che mio papà cantava alla mamma la sera a cena, ed è anche un brano che conoscono tutti”, ha spiegato. Kesha ha cambiato ‘I Need a Man to Love’ di Janis Joplin in version lesbica: ‘I Need a Woman to Love’. Valerie June, che l’anno scorso ha presenziato al primo matrimonio gay della sua vita, ha trasformato ‘Mad about a Boy’ al femminile aggiungendo un altro livello di significato per il fatto che Noel Coward, l’autore del brano, era omosessuale. Quanto a Dylan non ha voluto, come prevedibile, commentare la sua partecipazione all’album, ma “quando glielo abbiamo chiesto ha detto subito sì”, ha raccontato l’altro produttore Rob Kaplan: “E non è stato soltanto un sì: ha aggiunto che aveva un’idea per la canzone”.