Tassista rapinato, i supposti autori a processo
Sono accusati di rapina, ma i due imputati contestano il reato e uno si chiama fuori
Il professionista colpito all’alba alla testa e derubato lo scorso ottobre. La vicenda approda a processo alle Assise correzionali.
Furto o rapina? Le difese propendono per la prima ipotesi, la pubblica accusa per la seconda. Di più: l’avvocato di uno dei due imputati sostiene che il suo cliente ci si è trovato in mezzo, ma che non è responsabile di nulla. Sarà il giudice Marco Villa, presidente della Corte delle Assise correzionali di Lugano a stabilire l’entità del reato, nel processo in agenda lunedì 16 aprile nei confronti di un 23enne cittadino portoghese domiciliato nel Luganese e di un 33enne cittadino angolano con permesso di dimora nel Luganese. Sabato 9 ottobre 2017, prime ore del giorno, 06.20, viale Stefano Franscini a Lugano: è in questo tempo e in questo luogo che un tassista accosta per far scendere i suoi due clienti. Ma al momento di richiedere l’incasso della tariffa, viene rapinato – come sostiene il procuratore pubblico Moreno Capella nell’atto d’accusa – alleggerito del portafoglio dopo essere stato colpito alla testa con un calcio. Le versioni divergono. Il cittadino portoghese, difeso dall’avvocatessa Gaia Zgraggen, ammette l’episodio ma parla di un furto con destrezza, senza alcuna violenza. Il secondo imputato ha sostenuto invece di non c’entrare nulla, spiegando agli inquirenti che era seduto accanto al tassista e non ha mosso ciglio. Il bottino della rapina – si parla di una somma esigua – è stato parzialmente recuperato. Oltre alla condanna, entrambi gli imputati rischiano l’espulsione dalla Svizzera. Il cittadino angolano, difeso dall’avvocato Giovanni Augugliaro, deve rispondere anche di altri furti, compiuti fra l’altro in alcune abitazioni e già in sostanza ammessi dal 33enne. L’uomo si presenterà al processo in stato di detenzione preventiva, mentre il portoghese si trova a piede libero. Intanto il processo solleva il tema della sicurezza per i tassisti. Un mestiere pericoloso? Risponde Luca Quadri, tassista della categoria A della città di Lugano e presidente dell’Associazione Tassametristi: «Tengo a precisare che la rapina non è stata subita dalla nostra categoria A» – dichiara, e aggiunge: «In dodici anni non mi è mai capitato nulla. Mi sento di dire che non corriamo rischi: lavoriamo principalmente alla stazione di Lugano, dove circola molta polizia, gli agenti della cantonale, della comunale e la Polizia ferroviaria». La preoccupazione maggiore sembra piuttosto essere la quantità di clienti. «Questo ci preoccupa. A Pasqua abbiamo avuto pochissima clientela». Intanto l’Associazione Tassametristi è ancora in attesa di conoscere l’esito del proprio ricorso, inevaso da quasi tre anni contro la Nuova ordinanza municipale sui taxi di Lugano.