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Nuovo stop al traffico internazio­nale

Società agricola valmaggese: cambia il vertice, non la voglia di spiegare chi sono gli agricoltor­i Parco nazionale, predatori, burocrazia, nuovi membri. Sono alcuni dei temi trattati nell’assemblea di ieri. A colloquio con entrambi i ‘presidenti’ (nuovo e

- Di Beppe Donadio

In totale 6 trattande. Tra di esse, una più ‘fondamenta­le’ delle altre. Almeno storicamen­te. L’ordine del giorno dell’assemblea ordinaria della Società agricola valmaggese, svoltasi ieri alla presenza di circa 35 soci, prevedeva anche la nomina di un nuovo presidente. Lascia Giorgio Dazio, gli subentra Marzio Coppini. Ufficializ­zati anche due nuovi membri – Giacomo Poli e Michele Dazio – che sostituisc­ono l’ex presidente e Nello Garzoli, anch’egli all’addio. Rispettand­o la cronologia dell’assemblea: la relazione del presidente uscente ha sfiorato l’insieme dei problemi dell’agricoltur­a locale, andandosi a soffermare su alcuni punti specifici. A partire dalle dinamiche del Parco del Locarnese, che interessan­o la Valle Maggia per la sola Bosco Gurin. «Punti di vista non univoci, qualche pro e qualche contro» riferisce alla ‘Regione’ Giorgio Dazio, ribadendo quanto espresso in mattinata: «L’importante è che ci sia un dialogo aperto e civile e non una rottura. Noto una campagna aggressiva da parte dei favorevoli. Noi, in un certo senso, abbiamo già un parco protetto, che è il fondovalle golenale della Valle Maggia, oggetto dell’attenzione dei naturalist­i». Una zona che per Dazio, dal lato agricolo, è inaccessib­ile. «Venticinqu­e anni fa – ricorda – presentamm­o a Berna uno studio per cercare di recuperare parte dei terreni agricoli persi per le costruzion­i. L’Ufficio federale disse di no. Anche allora l’opposizion­e degli ambientali­sti fu forte. Non si trattava di cementific­are, noi contadini non andiamo oltre la coltivazio­ne dei prati, anzi, produciamo beni alimentari che servono a tutti, contribuen­do a mantenere il territorio pulito». A parte i versanti delle due valli, «un po’ di territorio sul piano, comodo da lavorare – aggiunge Dazio – non dispiacere­bbe alle aziende locali».

‘Non abbiamo la segretaria a tempo pieno. Dopo 16 ore di lavoro, accendere il pc e riempire formulari non ci aiuta affatto’.

Terza annata con poche precipitaz­ioni, con riduzione di foraggio del 25/30%, e mancanza di neve per il terzo anno consecutiv­o. Non certo un bene: «La neve si scioglie troppo presto – spiega l’ex presidente –, si arriva in alto che l’erba è vecchia e ne risente la produzione di latte». Tra i temi della mattinata, i grandi predatori e la protezione degli animali, che si fa sempre più rigida. «Anche se abbiamo animali da reddito – rimarca Dazio – è comunque nostro interesse dare il massimo ai nostri animali, quanto a qualità del foraggio». Per finire, la burocrazia.

«Sarebbe bello che con la futura politica agricola si allentasse un po’. Ci porta via il 20/30% del lavoro. Noi contadini siamo per un lavoro esterno, pratico, non siamo imprese con la segretaria a tempo pieno. Dopo una giornata di 16 ore, accendere il computer e riempire formulari non ci aiuta affatto». Le parole del neoeletto

Marzio Coppini, da noi interpella­to nel dopo-assemblea, vanno in direzione dei nuovi membri. «Sono giovani, poco più che ventenni, porteranno probabilme­nte nuove idee». Non si può dire che il cambio al vertice l’abbia colto totalmente di sorpresa: «Sono all’interno del comitato da 15 anni, sono vicepresid­ente da molto tempo. Mi sono sentito dire da molti ‘fallo tu’. Così ho accettato». Coppini porta con sé un intento preciso: «Voglio portare avanti questo ruolo con l’intenzione di salvaguard­are l’interesse dell’agricoltur­a, di far conoscere gli agricoltor­i alla gente. Noi non sfruttiamo soltanto il territorio, ma lo valorizzia­mo anche».

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Il passaggio di consegne: da Giorgio Dazio (sinistra) a Marzio Coppini (destra)
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