Referendum preventivo
L’Unione sindacale è contraria al Progetto fiscale 17 così come presentato dal governo La riforma che dovrebbe abolire i regimi tributari speciali non è benvista dal mondo del lavoro
Gli elettori potrebbero essere di nuovo chiamati alle urne per pronunciarsi sulla fiscalità delle imprese. La riveduta riforma messa a punto dal Consiglio federale e ora all’attenzione delle Camere non piace infatti all’Unione sindacale svizzera (Uss), che la definisce “inaccettabile” e minaccia di ricorrere al referendum ancor prima che la legge, dopo il passaggio parlamentare, veda la luce. L’Unione sindacale svizzera si dice favorevole all’abolizione dei regimi privilegiati concessi alle multinazionali, una prassi molto contestata sul piano internazionale: la riforma, denominata ‘Progetto fiscale 17’, non deve però – per la centrale sindacale – comportare una diminuzione delle entrate pubbliche. La nuova proposta del Consiglio federale, secondo l’Uss, non si differenzia invece di molto dalla ‘riforma III delle imprese’, bocciata in votazione popolare nel febbraio del 2017 nella misura del 59,1%. Malgrado l’esito della consultazione, afferma l’Uss, il governo e gli esecutivi cantonali vogliono infatti nuovamente abbassare l’imposta sugli utili a circa 200mila aziende, quando la semplice soppressione degli attuali privilegi andrebbe a colpire unicamente 400 imprese. Con il ‘Progetto fiscale 17’ le imprese beneficeranno di riduzioni di imposta “enormi”, sussidiate dalla Confederazione. Tali sgravi, ha detto il presidente dell’Uss e consigliere agli Stati Paul Rechsteiner, saranno in fin dei conti pagati dalle economie domestiche, sotto forma di un aumento degli oneri a loro carico o di un deterioramento delle prestazioni pubbliche. Non si capisce perché, per sopprimere i privilegi di una minoranza, sia necessario ridurre in modo automatico le imposte alla totalità delle imprese. Senza contare che la pressione fiscale in Svizzera è molto debole già con le norme attuali: il contesto internazionale non giustifica quindi ulteriori riduzioni.
Chiesti sconti di cassa malati
Gli eventuali costi della riforma, secondo il capo economista dell’Uss Daniel Lampart, devono invece andare a carico delle aziende e degli azionisti, mentre per i salariati occorrono sgravi consistenti, ad esempio attraverso sconti sui premi di cassa malattia o assegni per i figli più generosi. “Una riduzione generalizzata delle imposte concessa a imprese finanziariamente solide e ai loro azionisti non è accettabile”. Anche le imprese, ha affermato Lampart, “devono partecipare al finanziamento dell’infrastruttura e delle prestazioni pubbliche”. Gli aiuti sociali proposti dal ‘Progetto fiscale 17’ non sono peraltro sufficienti. La riveduta riforma dovrebbe essere esaminata dalle Camere nella sessione di
autunno. Se al termine dei lavori parlamentari le condizioni non dovessero cambiare, ha detto Rechsteiner, saremo obbligati a proporre ai nostri organi il lancio di un referendum. Ricordiamo che il Pf17 nasce dalla necessità di abrogare le norme applicabili alle società con statuto speciale cantonale, non più accettabili a livello internazionale.
Affinché la Svizzera possa continuare a essere una piazza economica attrattiva, a questa misura si affianca l’introduzione di nuove regole fiscali speciali per la promozione a favore della ricerca e dello sviluppo. Grazie al patent box, in futuro nei Cantoni una parte dell’utile proveniente da invenzioni sarà tassata a un’aliquota ridotta. I Cantoni hanno inoltre la possibilità di prevedere un’ulteriore deduzione di al massimo il 50 per cento delle uscite per la ricerca e lo sviluppo. A queste due regole speciali viene affiancata una limitazione dello sgravio fiscale, che prevede l’obbligo di assoggettare sempre a tassazione il 30 per cento almeno dell’utile imponibile delle imprese prima dell’applicazione di tali regole.