Teris troppo caro? ‘Non risulta’
Teleriscaldamento: un privato e alcuni contadini del Piano chiedono riduzioni. La risposta del direttore A quasi sei anni dal primo allacciamento con fornitura di calore, alcuni clienti vorrebbero incontrare la Sa per capire se vi sia una disponibilità a
Le fatture di Teris, la società giubiaschese che dall’autunno 2012 distribuisce nel Bellinzonese il calore generato dall’inceneritore dei rifiuti, suscitano perplessità in alcuni clienti che in varie forme negli ultimi tempi hanno fatto presente il problema. Il consigliere comunale Tuto Rossi, ad esempio, il 4 aprile ha lanciato su Facebook un appello ponendo l’interrogativo “Ecologia a prezzi speculativi?” e chiedendo se la propria impressione sia condivisa da altri utenti. Poche e vaghe, invero, le risposte. Il primo ad allacciarsi, ricordiamo, nell’estate di sei anni fa era stato Claudio Cattori, titolare a Giubiasco dell’azienda agricola Agrotomato. La sua – rammenta interpellato dalla ‘Regione’ – era stata una decisione dettata soprattutto dalla volontà di ridurre l’impatto della propria attività sull’ambiente: «Lo rifarei, non da ultimo perché la tecnologia utilizzata e l’assistenza prestata da Teris sono all’avanguardia. Peccato che...». Il riferimento è tutto per la bolletta: «L’impressione non è solo mia, ma è condivisa da altri orticoltori pure allacciatisi successivamente al teleriscaldamento. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso di andare alla fonte, per verificare si vi sia una disponibilità a entrare in materia. È passato un po’ di tempo dal nostro appello informale, ma vedo che Teris fatica a rispondere. Siamo comunque fiduciosi». Sul ‘quantum’ Cattori preferisce non esporre troppe cifre, ma sostiene che s’immaginava di poter risparmiare, rispetto al gas propano liquido (gpl), almeno la tassa base annua: «Anche perché in questo periodo meno freddo, riscaldiamo le serre con l’acqua tiepida di ritorno dai centri commerciali di Sant’Antonino, dove ha già rilasciato il primo calore prodotto dal termovalorizzatore». A ogni modo, «ora che il prezzo del petrolio è tornato sopra i 60 dollari al barile, essere allacciati a Teris ci fa risparmiare qualcosa, al contrario degli ultimi anni».
Scontenti e contenti
Dal canto suo Tuto Rossi spiega di aver investito una cifra importante per allacciare la propria abitazione, peraltro assumendosi il costo di un tratto stradale trovandosi la condotta principale a diversi metri di distanza: “Dopo un anno però mi rendo conto che il costo dell’energia è troppo caro; il doppio di prima”, scrive: “Secondo me bisognerebbe convincere i tecnici di Teris a venire incontro a chi fa scelte ecologiche; se ci sono utenti che stanno facendo la stessa esperienza, potremmo chiedere un colloquio assieme”. Guardando di fino la situazione con la redazione, Rossi ammet- te che sul lungo termine l’allacciamento a Teris consente di non doversi più accollare oneri di manutenzione e sostituzione del vecchio impianto (caldaia, tank, controllo fumi, pulizia ecc.), «ma ciò nonostante la spesa in più, rispetto a prima, è attualmente di circa il 30%. Sono quindi dell’opinione che la questione vada sollevata e che Teris debba accettare di discuterne». Questo sebbene Tuto Rossi fosse stato avvisato: «In effetti, prima di sottoscrivere il contratto ho chiesto una consulenza specialistica a una società ticinese. L’indicazione ricevuta è che non ci avrei guadagnato. C’è però una differenza fra il non guadagnarci e lo spendere molto di più». Da noi interpellata, una ditta cittadina di medie dimensioni, che fino al 2015 si affidava all’olio da riscaldamento con un impianto ormai vetusto, ha accettato di esporre le proprie cifre: nel biennio 2016 e ’17 la fattura annua con Teris si è situata a circa 25’000 franchi; per contro, la media fra il 2010 e il 2015 ammontava a 30’500 franchi considerandone 23’000 di olio combustibile, 2’000 per costi vari (spazzacamino, tasse, controlli), 3’000 per la manutenzione (contratto annuo e interventi vari) nonché 2’500 di accantonamento per la sostituzione del bruciatore ogni tot decenni. Da notare inoltre la comodità di non dover più interpellare una o due volte all’anno i vari fornitori d’olio in cerca di quello più a buon mercato; senza contare che eliminando bruciatore e tank dalla cantina sono stati ricavati nuovi spazi.