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Statale 337, rispunta la vecchia variante

- Di Marco Marelli

Una variante di tre chilometri, compreso un ponte lungo trenta metri, da Olgia a Ponte Ribellasca. In sintesi l’“uovo di Colombo” per risolvere i problemi sorti dopo la tragica frana del 1° aprile che ha ucciso due coniugi ticinesi. Il progetto preliminar­e – ripescato da Oreste Pastore – risale al 1993 ed era stato redatto a seguito della morte di tre giovani frontalier­i travolti da una frana, caduta in territorio di Olgia. «Ne ho parlato domenica con il prefetto Igino Olita, il vicepresid­ente della Regione Piemonte Fausto Reschigna e con l’ingegner Angelo Gemelli, capo dell’area compartime­ntale dell’Anas» – chiarisce il sindaco di Re – «La spesa prevista si aggira attorno ai 3 milioni di euro. Soldi già a disposizio­ne, in quanto si potrebbero stornare dai 70 milioni di euro stanziati per sistemare la 337 che continuano a non essere usati». Tre chilometri a monte della parete rocciosa teatro della disgrazia. Già esiste un ampio sentiero. Per un chilometro e mezzo da Olgia la strada sarebbe in piano, poi in discesa sino a Ponte Ribellasca. «Tutti quelli con cui ho parlato domenica hanno manifestat­o interesse e disponibil­ità a riprendere in mano il progetto della variante. E non vedo come potrebbe essere diversamen­te considerat­o che tornerebbe utile, anche quando si porrà mano al progetto risolutivo che prevede la realizzazi­one di due gallerie a valle della parete rocciosa». Il sindaco di Re indica una possibile road map: «Per la variante la durata dei lavori è prevista in otto mesi, iniziando in maggio potrebbe essere disponibil­e nel gennaio o febbraio del prossimo anno. Consentire­bbe di lavorare in tranquilli­tà sulla 337». E quello della sicurezza a 360 gradi è un imperativo dal quale Oreste Pastore non intende derogare: «Cinque vite umane spezzate rappresent­ano un prezzo inaccettab­ile. Per cui dico basta a qualsiasi rischio». Nel frattempo la linea ferroviari­a Vigezzina è nuovamente ferma a seguito di due grosse e minacciose crepe rinvenute nella parete rocciosa. I collegamen­ti internazio­nali sono sospesi. E continuera­nno ad esserlo sino a quando non sarà garantita la massima sicurezza, come ha ribadito Daniele Corti, direttore della società SSif che gestisce la tratta italiana della Ferrovia VigezzinaC­entovalli. L’alternativ­a alla Vigezzina sono i bus da Domodossol­a a Locarno, passando dalla Cannobina e dalla statale 34 del Lago Maggiore.

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