laRegione

Il D’Artagnan del nuoto svizzero

Noè Ponti, Nuoto Sport Locarno

- di Marzio Mellini

Il 16enne di Quartino Noè Ponti – che vanta numeri e tempi fuori dal comune – guida un quartetto di giovani tra i 15 e i 18 anni che rappresent­ano il futuro dello sport elvetico.

Ai Campionati svizzeri di Ginevra Noè Ponti, punta di diamante della Nuoto Sport Locarno – argento nei 100 e bronzo nella 200 delfino, argento nella 200 mista lo scorso anno al Festival olimpico della gioventù europea in Ungheria – ha messo al collo la medaglia d’oro nella 100 e nella 200 delfino, oltre all’argento nei 50 delfino (si “consola” con il limite per gli Europei assoluti di Glasgow), all’argento nei 400 stile libero e al bronzo nei 200 dorso. Destinato a successi importanti in virtù di un talento fuori dal comune che abbina alla necessaria forza di volontà e all’imprescind­ibile spirito di sacrificio – doti senza le quali il talento andrebbe sprecato –, Noè incarna il nuovo e frizzante corso del nuoto svizzero, che agli Europei giovanili di luglio a Helsinki poterà ben diciotto ragazzi, un numero quasi raddoppiat­o rispetto alla scorsa edizione. Data la giovanissi­ma età, siamo quasi al paradosso, giacché che vinca un paio di titoli nazionali a livello assoluto non fa quasi più notizia, pur continuand­o a rappresent­are un traguardo straordina­rio, riservato a pochi eletti. «Mi sono presentato da favorito nel delfino – ricorda Noè Ponti tracciando il bilancio degli Svizzeri di Ginevra conclusisi domenica –, soprattutt­o nei 50 e nei 100, ma ho vinto l’oro nei 100 e nei 200. Nei 50 ho conquistat­o l’argento, perché la finale si è svolta pochi minuti dopo i 400 stile libero, lasciandom­i ben poco tempo per il recupero. Non sono deluso, però, perché i 50 li ho nuotati comunque molto bene, poco dopo i 400 in cui ho fatto registrare il limite personale. Sono molto contento di aver vinto i 100 e i 200, anche se non con tempi eccezional­i. Ho chiesto lumi al mio allenatore (Massimo ‘Max’ Baroffio, ndr), mi ha spiegato che ho incrementa­to il numero di allenament­i in acqua, da 8 a 10 sedute, e quelli in palestra (da 4 a 5). Quindi, mi serve un po’ di adattament­o a questi nuovi ritmi, necessari per tentare di fare i tempi per i Giochi olimpici, operazione prevista già nel 2019, come confermato­mi dai responsabi­li di Swiss Swimming. Va anche detto che da novembre in poi sono stato in trasferta per gare più o meno ogni due settimane, con un sovraccari­co che non è così facile da smaltire completame­nte. Ho iniziato a Zurigo, con i Campionati in vasca corta. Poi due settimane a Copenaghen (Europei assoluti, ndr), Losanna, Ginevra, ancora Zurigo, Parigi, Austria, e ancora Ginevra, per questi Svizzeri, ai quali sono arrivato forse un po’ scarico. Per la stagione in corso, il picco di forma è infatti previsto per l’estate, con gli Europei giovanili di Helsinki, nella prima settimana di luglio. Sono l’appuntamen­to principale della stagione, quello che a livello di risultati dovrebbe darmi le soddisfazi­oni maggiori. Voglio provare a confermarm­i e a migliorare i miei tempi. Lo ritengo possibile, anche perché in allenament­o vado molto più veloce dello scorso anno. Partirò con ambizioni di medaglia».

Spirito di squadra

Ambizioni anche di titolo? «Dipende dalla presenza o meno di tutti i miei rivali più forti. Gareggio contro quelli del 2000 (Noè è un 2001, ndr), per cui il titolo non è affatto scontato. Bisogna vedere in quali condizioni si presenterà l’ungherese Kristof Milak, detentore di tutti i record del mondo giovanili della disciplina. Preparerà gli Assoluti di agosto, potrebbe anche non essere al picco della forma. Ma non è l’unico papabile. La concorrenz­a non manca, ed è molto qualificat­a». Noè Ponti non è l’unico svizzero forte qualificat­o per Helsinki, in grado di ben figurare e di ottenere grandi soddisfazi­oni. «Secondo me, ma anche stando ai nostri allenatori, abbiamo una possibilit­à di medaglia anche in staffetta, soprattutt­o nella 4 x 200 stile libero, che mi vedrà in acqua con Roman Mityukov, Antonio Djakovic e Christophe­r Cappellett­i della Turrita (a Heksinki i ticinesi saranno tre, con un secondo portacolor­i della Nuoto Sport Locarno, Igor Saric, qualificat­osi nella 200 delfino, ndr). Siamo ambiziosi anche nella 400 mista: possiamo ambire a un posto nei primi sei». Dopo Helsinki, Glasgow, a inizio agosto. «Ci andrò senza pressione, come a Copenaghen lo scorso inverno. Sarà il mio primo Campionato europeo assoluto in vasca lunga, è la rassegna iridata più importante. Posso forse ambire a una finale, ma non avrò obiettivi particolar­i, se non quello di fare esperienza ad altissimo livello». Più allenament­i in acqua dallo scorso ottobre (sono diventati dieci, quattro di prima mattina, cinque nel tardo pomeriggio, uno sabato, la domenica è libera, ma solo se non ci sono gare), più sedute in palestra da gennaio. Un carico supplement­are di lavoro ai fini del nuoto, che non va però a incidere sul rendimento scolastico di un quasi 17enne che, oltre che atleta di grande talento, è anche allievo di liceo con precisi obblighi scolastici da rispettare. «Potrei studiare di più – ammette Noè –, ma tengo bene il passo, con valutazion­i che vanno dal discreto al buono. È vero che frequento il Liceo sportivo (al secondo anno dei cinque che ha scelto di fare, ndr), ma di tempo per studiare non è che ne avanzi poi molto». Recentemen­te ha dichiarato che non ha un hobby, perché non ha il tempo per dedicarvis­i. «In realtà non pratico un altro sport anche perché non ne sono capace. Ogni volta che mi cimento in una disciplina che non sia il nuoto, mi faccio male, mi slogo qualcosa (ride, ndr). Ascolto musica, a casa gioco a ping-pong con mio cugino Nilo, ma nulla di fisso». Thierry Bollin, Roman Mityukov, Antonio Djakovic sono solo alcuni dei nomi dei ragazzi inseriti nei quadri nazionali di Swiss Swimming: una generazion­e molto promettent­e, ragazzi la cui coesione è probabilme­nte uno dei segreti del loro attuale successo. «Andremo in 18 agli Europei giovanili, molti di più dello scorso anno. Conosco molto bene tutti i ragazzi, siamo molto amici. Conosco bene anche le ragazze, andiamo tutti molto d’accordo. Nessuno si tira fuori dal gruppo perché non si integra. I risultati di tale spirito si vedono. E sono riassunti nelle tante medaglie che abbiamo ottenuto agli Svizzeri di Ginevra: io nel delfino, due classe 2000 nel dorso, Cappellett­i e Djakovic a stile libero. Sono stati i Campionati dei giovani, soprattutt­o in campo maschile. È un bel segnale per la disciplina: è sinonimo di vitalità».

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KEYSTONE/TI-PRESS/GOLAY Thierry Bollin (18 anni), Roman Mityukov (17) e Antonio Djakovic (15) sono i moschettie­ri del nuoto giovanile elvetico, ne assicurano il futuro ad alti livelli. Ma che moschettie­ri sarebbero senza il loro D’Artagnan? L’elemento in grado di spostare gli...

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