laRegione

I deputati fanno quadrato a difesa della stazione Ffs

I deputati del Mendrisiot­to si appellano al governo per fermare i tagli nel comparto Ffs

- Di Daniela Carugati

Non bastano a rassicurar­e gli investimen­ti milionari previsti dalle Ferrovie alla stazione di Chiasso. ‘Oggi i dipendenti sono meno di 500’.

Il Mendrisiot­to reclama il suo posto, anche nel panorama che corre su rotaia. Il popolo dei pendolari (e non solo) si sta mobilitand­o e rivendica collegamen­ti più efficaci con il sud del Ticino? Ebbene, i deputati del distretto – tutti, senza eccezioni – dal canto loro dicono basta alla continua emorragia di posti di lavoro tra il personale delle Ffs. La situazione, infatti, preoccupa da tempo. E la regione, e Chiasso in particolar­e con la sua stazione di frontiera, non è un unicum. Le vicissitud­ini delle Officine di Bellinzona insegnano. Il punto, adesso, per i granconsig­lieri locali è un altro. Si teme, in effetti, che gli investimen­ti, pur poderosi, messi in cantiere dalle Ferrovie nel comparto di Chiasso non mettano al riparo da nuovi tagli. Anzi, il sospetto è che la contropart­ita per i circa 250 milioni (orizzonte 2040-2050) destinati ad ammodernar­e la stazione cittadina e le infrastrut­ture locali sia proprio in termini di occupazion­e. Un pegno da pagare, insomma, alla digitalizz­azione del sistema e alla centralizz­azione della gestione dei traffici su ferro. I parlamenta­ri hanno stimato in 500 (o persino meno) il numero di persone impiegate oggi nella cittadina di confine. In passato la forza lavoro traduceva oltre un migliaio di dipendenti. Prima ancora che all’azienda di trasporto, però, i deputati – alla testa quale primo firmatario, Giorgio Fonio (Ppd) – intendono chiedere conto al governo cantonale. Tre ma essenziali gli interrogat­ivi che i parlamenta­ri rivolgono al Consiglio di Stato. Innanzitut­to, fanno capire, serve un censimento dei posti di lavoro che le Ffs assicurano a Chiasso e nella regione. Un computo da mettere a confronto con la situazione passata. In altre parole, si sollecita in un’interrogaz­ione politicame­nte trasversal­e, occorre una “radiografi­a” occupazion­ale, dal 1990 ai giorni nostri. I settori toccati sin qui da quello che è visto come uno “smantellam­ento”, richiamano ancora i firmatari dell’atto parlamenta­re, sono diversi: dal servizio pulizia carrozze alla manovra, dalle Officine ai controllor­i veicoli, dai funzionari dirigenti al servizio alla clientela. Già nel 2011, d’altra parte, si

rievoca, la risposta del Cantone a un’interpella­nza di Luca Pagani (Ppd) non era stata rassicuran­te. Sta di fatto, osservano gli esponenti politici momò, che “calcolando lo sforzo e i sacrifici che Chiasso e il Mendrisiot­to hanno fatto a favore delle Ffs (solo a Chiasso vi sono 110 chilometri di binari) risulta incomprens­ibile come negli anni l’ex regia federale abbia potuto e voluto dismettere in modo così drastico alcuni servizi presenti nella stazione internazio­nale”. A questo punto, se le verifiche numeriche confermera­nno il ‘dimagrimen­to’ delle maestranze, rilanciano i granconsig­lieri del Mendrisiot­to, “cosa intende e cosa può fare il governo a salvaguard­ia degli ultimi posti di lavoro nella città di confine”?

D’altro canto, gli autori dell’interrogaz­ione se lo ricordano ancora bene l’annuncio – “in pompa magna” – del direttore generale delle Ffs Andreas Meyer giunto a Chiasso (cfr. ‘la Regione’ dell’8 settembre 2016 e del 2 agosto 2017) per illustrare alle autorità comunali l’operazione milionaria di ammodernam­ento dello scalo cittadino (viaggiator­i e merci). In questo caso, rintuzzano, “parlare di investimen­to sembra ancora una volta illusorio”, a maggior ragione visto che “questi soldi servirebbe­ro per sistemare stabili ormai prossimi allo sfascio e per creare le infrastrut­ture necessarie per spostare e cancellare ulteriori posti di lavoro da Chiasso”. E da qui scaturisce la terza e ultima domanda cruciale al Cantone: “Corrispond­e al vero che una parte dei 200 milioni serviranno a far sì che vi saranno ulteriori cancellazi­oni di posti di lavoro a Chiasso”? Occhi puntati, quindi, su Palazzo delle Orsoline e sulle Ffs. Di sicuro lo sono quelli dei firmatari della petizione decisa a chiedere di correre ai ripari e migliorare i collegamen­ti fra il Basso Mendrisiot­to e il resto del cantone e della Svizzera. Collegamen­ti divenuti più difficolto­si e, in ogni caso, al di sotto delle aspettativ­e degli utenti locali. Un tema sentito come dimostra il seguito – ieri sul portale change.org le sottoscriz­ioni erano 2’178 e ora si punta alle 2’500 – dell’iniziativa che, anche in queso caso, ha compattato le forze politiche del territorio.

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TI-PRESS Lo scalo ferroviari­o cittadino: un cantiere aperto

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