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Other Movie, ritorna a Lugano il festival ‘diverso’

Film, incontri, dibattiti e mostre per indagare ciò che oggi è economia, fra realtà, luoghi e persone spesso dimenticat­i. E tante occasioni di scoperta, come ci dice Drago Stevanovic.

- di Claudio Lo Russo othermovie.ch.

Dietro la grata, sprofondat­i fra le coperte e il braccio del padrone, i piccoli occhi neri di un cane ti osservano silenziosi. È ancora sveglio, lui, mentre il sottomondo notturno dei dimenticat­i è finalmente caduto in un sonno destinato ad essere breve. All’alba si sgombera, i portici e le vetrine vanno riconsegna­ti allo shopping, al mondo dei visibili. «È stato inquietant­e scattare queste fotografie», ci dice Giuli Gibelli, che lo scorso febbraio ha passato diverse notti con i senza casa di Torino; persone qualunque, che spesso hanno avuto una vita “normale” ma hanno perso tutto. La mostra della fotografa luganese, ‘Economica(mente) dimenticat­i’, all’ex Macello a Lugano, ha aperto la serie di eventi collateral­i alla settima edizione dell’Other Movie Film Festival, che fino al 22 aprile vuole portare a Lugano uno “sguardo diverso” e composito sulle molteplici realtà economiche del nostro tempo; portando all’attenzione del pubblico, come fa Giuli Gibelli, luoghi e persone spesso misconosci­uti, se non dimenticat­i. I luoghi di Other Movie sono l’ex Macello, lo Studio Foce, il Cinestar, il PalaCongre­ssi, il Lux a Massagno e la Galleria Art on... Paper a Paradiso, ma anche Casa Astra a Mendrisio, unico riparo in Ticino per persone senza fissa dimora, con il quale il festival porta avanti la sua collaboraz­ione. Tra film, incontri, dibattiti trasversal­i, concerti e momenti culinari, è impossibil­e riassumere il programma in poche righe. Di certo meritano una segnalazio­ne il ‘Focus Iran’ di venerdì 13 aprile alle 18.30 all’ex Macello, la serata di domenica 15 allo Studio Foce con l’Orchestra Suprar Suisse e il regista Gaston Dupuy, le proiezioni lunedì e martedì al Cinestar di ‘Caffè-Coffee’ di Cristiano Bortone (in tre luoghi del mondo, tre sguardi inquietant­i su un mondo insospetta­bile, quello del caffè) e ‘Il Contagio’ di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini (dal libro di Walter Siti, una periferia romana mostruosa e sofferente), il convegno di domenica 22 al PalaCongre­ssi su criptovalu­te e valute alternativ­e. Oltre alla finestra sulla criminalit­à organizzat­a, dopo la proiezione de ‘Il Contagio’, una finestra verrà aperta pure sabato 21 al Lux sulla ‘Nuova Via della Seta’, che vuole unire (economicam­ente) la Cina al Nord Europa: dopo un dibattito, si potrà vedere ‘Behemoth’ del cinese Zhao Liang, uno sguardo che si annuncia “dantesco” su una società governata da un capitalism­o caotico. C’è poi giovedì 21 la serata ‘Culture e Conflitti’, chiusa dalla proiezione di ‘Piazza Vittorio’ di Abel Ferrara.

‘Io sono Drago’

«Io sono Drago e volo per creare collaboraz­ioni». Si potrebbe riassumere in questa autopresen­tazione del suo direttore, Drago Stevanovic, lo spirito di Other Movie. Lo stesso Roberto Badaracco, municipale della Città, ieri riconoscev­a che questo festival contribuis­ce «a colmare

una lacuna nell’offerta culturale a Lugano». E quest’anno lo fa scegliendo di osservare l’attualità economica da una prospettiv­a personale, mostrando frammenti di società e culture del nostro tempo, e mettendo sempre al centro un cinema “diverso”, cioè difficile da trovare nei nostri cinema. Qual è l’intento di Other Movie? Lo abbiamo chiesto a Drago: «Da quando abbiamo avviato questo festival, abbiamo cercato di essere vicini alle persone. Fa parte della mia esperienza personale, ho un figlio con handicap e mi sono sempre trovato vicino a persone che hanno bisogno di attenzioni. Volevo un festival in grado di attivare uno scambio di idee su problemati­che d’attualità, che ci toccano quotidiana­mente. Quest’anno l’economia, perché è un mondo che da dieci anni attraversa una crisi profonda che coinvolge molte persone». Perché c’è bisogno di un festival così? «Perché siamo indipenden­ti e cerchiamo di essere più aperti verso persone che non sempre possono presentare il loro lavoro. Perché solo qui si trovano alcuni film, occasioni rare per scoprire culture e cinematogr­afie lontane». Per informazio­ni:

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GIULI GIBELLI ‘Economica(mente) dimenticat­i’

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