Autorità di protezione, per ora non si cambia
Le Autorità regionali di protezione (Arp), settore delicato che garantisce tutela o curatela a persone bisognose o dipendenti, continueranno come oggi la loro attività sino “all’entrata in funzione del nuovo assetto organizzativo”, vale a dire presumibilmente non prima del maggio 2020, come ha anticipato Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia, a ‘laRegione’ [cfr. edizione 2/12/’17]. Ieri il governo ha varato il messaggio che posticipa, appunto, la decadenza delle Arp fissata in un primo tempo per il 31 maggio 2018. Per almeno due anni, dunque, nulla cambierà. Anzi, il servizio verrà potenziato grazie all’unificazione degli strumenti informatici a disposizione delle Arp: “Un aspetto fondamentale – scrive il governo in una nota – per facilitare un’implementazione celere della nuova organizzazione”. E a questo proposito l’esecutivo ha deciso di stanziare subito gli investimenti finanziari necessari. Nel frattempo il Consiglio di Stato ha preso atto degli approfondimenti svolti dal Dipartimento delle istituzioni su indicazione della sottocommissione parlamentare e ha fatto propria – precisa la nota – “la variante concernente il mantenimento del modello amministrativo per il settore della protezione del minore e dell’adulto, con ‘cantonalizzazione’ dello stesso all’interno dei servizi dell’amministrazione cantonale”. Cade così la variante “giudiziaria”. Il governo, prosegue la nota, istituirà a breve un “gruppo di progetto” che avrà il compito di illustrare nel dettaglio la proposta di “cantonalizzazione” delle Arp, evidenziando in particolare le conseguenze finanziarie, logistiche, informatiche e relative alle risorse umane. Ricevuto il rapporto, il Consiglio di Stato potrà presentare una proposta completa al Gran Consiglio per la decisione definitiva sulla riorganizzazione del settore. In breve si tratta di capire come meglio gestire il passaggio dall’attuale competenza comunale a quella, appunto, cantonale. A prescindere se resterà organizzativa o passerà giudiziaria. Comunque vada, si tratta di una “ristrutturazione” importante inserita “nel più ampio progetto” denominato ‘Giustizia 2018’ che parecchio impegna i dipartimenti interessati.