Rimborsi, il governo cerca il dialogo
Ieri l’Esecutivo ha illustrato all’Ufficio presidenziale come intende regolarizzarsi
Finalmente l’incontro a tu per tu, durante la pausa dei lavori del Gran Consiglio. Da una parte l’Ufficio presidenziale del parlamento, dall’altra il Consiglio di Stato, che per circa mezz’ora ha illustrato ai membri dell’Up come intende correggere il tiro sulla questione rimborsi e benefit per ministri e cancelliere. Il tema, come noto, è materia di approfondimenti da parte della Sottocommissione finanze della Gestione, che sta analizzando dal punto di vista amministrativo ciò che è successo in passato e, in particolare, la possibilità di chiedere una restituzione di quanto concesso agli ex consiglieri di Stato (al proposito si attende per la fine del mese la perizia del consulente giuridico e del segretario generale del Gran Consiglio). La vicenda non si esaurisce però al periodo tra il 1999 e il 2015: la legge infatti stabilisce che l’ammontare dei rimborsi dei membri del governo e del cancelliere venga approvato dall’Ufficio presidenziale del parlamento. Una clausola che non è stata rispettata in passato e che oggi il governo vuole regolarizzare. La proposta è di alzare il forfait annuale da 15mila franchi a 18mila, includendo le spese telefoniche. Proposta già illustrata alla Sottocommissione finanze, poi alla Gestione, e infine ieri all’Ufficio presidenziale, a cui compete l’avallo. Bocche cucite però da parte del presidente e dei membri al termine dell’incontro. Walter Gianora, all’ultima seduta in veste di primo cittadino, rimanda eventuali dichiarazioni a quando i gruppi parlamentari ne avranno discusso al loro interno. Per quanto concerne invece i cosiddetti ‘benefits’, anche se ritenuti dall’Esecutivo questioni di sua esclusiva competenza intende comunque procedere con più cautela. I due salari extra a fine mandato non saranno infatti più versati in automatico, come accaduto finora, ma soltanto se l’Esecutivo seguente riterrà opportuno stipendiare i membri uscenti perché impegnati nelle prime settimane ad assicurare il passaggio di consegne. Il governo intende poi riservarsi la facoltà di concedere un piccolo dono non monetario a chi conclude la carriera in Consiglio di Stato. Finora invece il regalo poteva anche essere incassato in contanti, fino a diecimila franchi, esentasse. Opzione scelta nell’ultimo ventennio da tre ministri uscenti.