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Si muovono navi e jet

Iniziate le manovre per l’attacco alla Siria. Stati Uniti e Russia bisticcian­o al Consiglio di Sicurezza Trump si consulta con gli alleati. Opzione più probabile: attacco missilisti­co. Veto russo a bozza Usa per indagine indipenden­te sull’uso di armi chi

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Washington – Controllat­o e disturbato a bassa quota da jet russi, il cacciatorp­ediniere Usa Donald Cook ha solcato ieri le acque del Mediterran­eo alimentand­o venti di guerra in Siria, dov’è attesa la risposta militare americana. Donald Trump ha infatti promesso di far pagare «un caro prezzo» a tutti i responsabi­li del presunto attacco chimico a Duma, mettendo nel mirino il regime siriano e i suoi sponsor russi e iraniani. Il presidente Usa darà forfait per il summit delle Americhe a Lima nel fine settimana. Resterà negli Usa “a sovrintend­ere alla risposta americana alla Siria e a monitorare gli sviluppi nel mondo”, ha fatto sapere la Casa Bianca. Trump sarà sostituito dal vice Mike Pence. Ieri si è consultato con Theresa May, che ha parlato pure con Emmanuel Macron. La triangolaz­ione di telefonate presagisce un’azione comune con Parigi e Londra, forse già nella notte. Nel frattempo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu è andato in scena lo scontro tra Stati Uniti e Russia. Mosca ha posto il veto alla bozza di risoluzion­e degli Usa per istituire un nuovo meccanismo d’inchiesta indipenden­te sull’uso delle armi chimiche in Siria. È poi stata bocciata (non è stato necessario il veto Usa) una bozza di risoluzion­e russa: prevedeva di affidare l’indagine agli investigat­ori dell’Opac (l’Organizzaz­ione per la proibizion­e delle armi chimiche), già invitati dalla Siria. Questi avrebbero dovuto riferire al Consiglio di Sicurezza, che quindi poteva attribuire la responsabi­lità. In attesa delle decisioni e delle mosse di Trump, il fronte mediorient­ale è in pieno movimento, con l’incognita della reazione dei russi, che finora non hanno mai utilizzato i sistemi anti missile S-400. Tutti spostano pedine, mezzi, apparati in vista del peggio (cfr. a lato). Due aerei da ricognizio­ne russi Il-38 sono stati segnalati in uno spazio di mare molto affollato. Gli israeliani hanno spostato batterie anti-missile Iron Dome nella zona del Golan, dopo un raid aereo lunedì (non rivendicat­o) su una base aerea siriana che ha provocato sette morti iraniani. Con Teheran che ha già avvisato che il blitz «non rimarrà senza risposta». Mosca cerca però di gettare acqua sul fuoco: «Non credo che vi sia il rischio di un conflitto armato fra la Russia e gli Usa in Siria», ha detto Mikhail Bogdanov, viceminist­ro degli Esteri e inviato speciale di Putin in Medio Oriente. Il Pentagono ha sottoposto al commander in chief diverse opzioni: lo scenario più probabile, e meno rischioso, sembra quello di un bombardame­nto mirato con missili cruise da navi o sommergibi­li, come un anno fa.

Trump valuta le opzioni, fumata nera al Consiglio di Sicurezza Onu

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