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Statale 337, ‘è peggio del previsto’

- Di Marco Marelli/Red

Chi dal sopralluog­o di ieri mattina sul luogo della frana caduta sulla provincial­e 337 della Val Vigezzo si aspettava notizie positive, è rimasto deluso. La parete rocciosa che a Re si erge a picco sull’unico collegamen­to stradale da Domodossol­a a Locarno è più marcia di quanto era apparso nei giorni immediatam­ente successivi al tragico smottament­o che è costato la vita a due coniugi locarnesi. Gli esperti di Anas, Arpa, Regione Piemonte e del Comune di Re hanno convenuto che la strada potrà essere riaperta solo quando saranno state posate robustissi­me reti paramassi per centinaia di metri. Previsioni? «Nella migliore delle ipotesi non prima di un mese ad iniziare da oggi», risponde Oreste Pastore, sindaco di Re, presente al sopralluog­o. Prima immediata conseguenz­a della decisione presa dai tecnici è che la previsione di spesa di 430mila euro che la Regione Piemonte si è accollata non è più sufficient­e. La fattura è destinata a crescere in modo esponenzia­le. «È quanto ho immediatam­ente fatto sapere al vicepresid­ente regionale Reschina – continua il sindaco di Re –. La Regione non può tirarsi indietro». Sino a quando non sarà messa in sicurezza la montagna marcia, non sarà riattivata la Ferrovia Vigezzina-Centovalli. L’imperativo che tutti si sono imposti è quello di impegnarsi al massimo per ripristina­re i collegamen­ti internazio­nali sia stradali che ferroviari, ma ad una tassativa condizione: la totale sicurezza delle persone. «Da qui non si deroga», ribadisce Oreste Pastore. Intanto, in un’interpella­nza al governo dei deputati Giorgio Pellanda (Plr) e Omar Balli (Lega) viene riconosciu­to l’impegno di Pastore ma anche sottolinea­to “un certo menefreghi­smo che ha prevalso, tra gli addetti ai lavori, negli anni”. Tenuto conto che questa strada collega il Ticino al Vallese, chiedono i due, “non ritiene il Consiglio di Stato, nel limite delle sue competenze, di intervenir­e presso le autorità regionali italiane, affinché procedano alla messa in sicurezza della strada in tempi brevissimi?”. E aggiungono: “Considerat­o che i lavori di miglioria dell’intero tratto di strada, per i quali sono già stati stanziati 70 milioni di euro, avrebbero dovuto iniziare fra il 2017 e il 2018, non ritiene il Consiglio di Stato di farsi portavoce presso la Confederaz­ione, tramite il ministro degli Esteri, Ignazio Cassis, e i nostri rappresent­anti alle Camere federali, affinché facciano pressione direttamen­te sul governo italiano a Roma?”.

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