Statale 337, ‘è peggio del previsto’
Chi dal sopralluogo di ieri mattina sul luogo della frana caduta sulla provinciale 337 della Val Vigezzo si aspettava notizie positive, è rimasto deluso. La parete rocciosa che a Re si erge a picco sull’unico collegamento stradale da Domodossola a Locarno è più marcia di quanto era apparso nei giorni immediatamente successivi al tragico smottamento che è costato la vita a due coniugi locarnesi. Gli esperti di Anas, Arpa, Regione Piemonte e del Comune di Re hanno convenuto che la strada potrà essere riaperta solo quando saranno state posate robustissime reti paramassi per centinaia di metri. Previsioni? «Nella migliore delle ipotesi non prima di un mese ad iniziare da oggi», risponde Oreste Pastore, sindaco di Re, presente al sopralluogo. Prima immediata conseguenza della decisione presa dai tecnici è che la previsione di spesa di 430mila euro che la Regione Piemonte si è accollata non è più sufficiente. La fattura è destinata a crescere in modo esponenziale. «È quanto ho immediatamente fatto sapere al vicepresidente regionale Reschina – continua il sindaco di Re –. La Regione non può tirarsi indietro». Sino a quando non sarà messa in sicurezza la montagna marcia, non sarà riattivata la Ferrovia Vigezzina-Centovalli. L’imperativo che tutti si sono imposti è quello di impegnarsi al massimo per ripristinare i collegamenti internazionali sia stradali che ferroviari, ma ad una tassativa condizione: la totale sicurezza delle persone. «Da qui non si deroga», ribadisce Oreste Pastore. Intanto, in un’interpellanza al governo dei deputati Giorgio Pellanda (Plr) e Omar Balli (Lega) viene riconosciuto l’impegno di Pastore ma anche sottolineato “un certo menefreghismo che ha prevalso, tra gli addetti ai lavori, negli anni”. Tenuto conto che questa strada collega il Ticino al Vallese, chiedono i due, “non ritiene il Consiglio di Stato, nel limite delle sue competenze, di intervenire presso le autorità regionali italiane, affinché procedano alla messa in sicurezza della strada in tempi brevissimi?”. E aggiungono: “Considerato che i lavori di miglioria dell’intero tratto di strada, per i quali sono già stati stanziati 70 milioni di euro, avrebbero dovuto iniziare fra il 2017 e il 2018, non ritiene il Consiglio di Stato di farsi portavoce presso la Confederazione, tramite il ministro degli Esteri, Ignazio Cassis, e i nostri rappresentanti alle Camere federali, affinché facciano pressione direttamente sul governo italiano a Roma?”.