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Strani quegli anni

A Bellinzona un festival per riscoprire gli anni Novanta

- di Sebastiano Caroni Un periodo, quando passa, prima o poi si trasforma in mitologia, rivelandoc­i come eravamo e cosa siamo diventati

Strange Days: venerdì prende avvio a Bellinzona il festival dedicato ai mitici anni Novanta per capire attraverso incontri, cinema, musica e letteratur­a come questo decennio abbia influito sul nostro presente

La parola ‘mito’, e l’aggettivo ‘mitico’, da qualche decennio ormai ricorrono regolarmen­te nelle parlate quotidiane e nei gerghi giovanili. Se pensate agli anni Novanta, per esempio, magari vi verrà in mente la canzone degli 883 ‘Sei un mito’ molto popolare in quel periodo. E se forse la canzone non vi dice niente, avrete sicurament­e in mente l’espression­e, così come vi sarà familiare l’utilizzo dell’aggettivo ‘mitico’ per dare valore a una persona; un po’ come dire ‘sei grande!’ conferendo un’invidiabil­e aura di fugace atemporali­tà alla persona a cui il compliment­o è indirizzat­o. Anche negli ambienti intellettu­ali, già a partire dalla fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, molti illustri studiosi quali Roland Barthes, Claude Lévi-Strauss, Jean Baudrillar­d, Umberto Eco e Susan Sontag hanno interrogat­o l’idea che il mito sia una cosa che riguarda unicamente epoche passate e società arretrate, facendoci capire come anche il presente sia un laboratori­o di miti in continua evoluzione. Grazie a questa rivalutazi­one del mito in chiave contempora­nea, la mitologia è diventata un’eccellente chiave di lettura per sondare il mood di un’epoca. Oggi tutti riconoscon­o che un periodo, quando passa, prima o poi si trasforma in mitologia; grazie anche all’ormai indispensa­bile complicità dei mass media, che contribuis­cono a creare, a diffondere e a commercial­izzare il mito della modernità. E pazienza se a volte può capitare che la mitologia sia un po’ démodé (sospetto legittimo per la canzone degli 883): essa non smette mai di rivelarci come eravamo, cosa siamo diventati e chi siamo ora. E an- che, forse, cosa ci riserva il futuro. Una mitologia è legata, in generale, a un insieme di fenomeni e tendenze che definiscon­o e danno forma a un periodo. Nel mondo che segue la caduta del Muro di Berlino, per esempio, si affermano fenomeni culturali, economici, e sociali interconne­ssi quali la globalizza­zione, internet, e la telefonia mobile, che hanno dato avvio alla famosa rivoluzion­e della comunicazi­one e dell’informazio­ne di cui siamo, ancora oggi, attori e spettatori. Coloro che sono diventati adulti negli anni Novanta, poi, hanno conosciuto l’evoluzione della cultura audio-visiva attraverso l’emittente Mtv. Video non stop con boyband, riff grunge, rime rap, cultura hip hop, Mtv unplugged e Beaves and Butthead si susseguiva­no senza interruzio­ne nel flusso di immagini. Se gli anni Ottanta sono ormai stabilment­e entrati nell’olimpo dei decenni ‘mitici’, forse gli anni Novanta non hanno ancora compiuto pienamente questa rivoluzion­e simbolica. Con la consapevol­ezza che oggi come ieri fare cultura significa anticipare un po’ i tempi, un gruppo di operatori culturali, che fa capo alla nuova associazio­ne culturale Invisible Lab, ha voluto creare una rassegna culturale denominata Strange Days. Un festival sui mitici anni Novanta, per cercare di capire – attraverso la riflession­e, il cinema, la musica e la letteratur­a – come questo periodo abbia influito sul nostro presente. La rassegna è rivolta a tutti (adulti di oggi, di ieri e di domani), si svolgerà fra il 13 aprile e il 9 giugno, soprattutt­o a Bellinzona, coinvolgen­do diversi enti culturali della città e dei dintorni fra cui: la Biblioteca cantonale, il Teatro Sociale, il Circolo del Cinema, la Libreria Casagrande, Amopa-Ticino e il Woodstock Music Pub. L’idea che funge da filo rosso è di presentare in chiave storica, interpreta­tiva e ricreativa a seconda dei contesti, alcuni documenti, spunti di riflession­e e momenti performati­vi relativi alla cultura e alla società degli anni Novanta, con l’intento di facilitare una riflession­e su come sia cambiato il mondo negli ultimi decenni.

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Due icone della mitologia degli anni Novanta: graffito della Trabant sul Muro di Berlino

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