laRegione

Una riforma fiscale ingiusta

- Di Igor Righini, presidente Ps

con la modifica della legge tributaria, ovvero la riforma fiscale, in votazione il 29 aprile si concedono degli sconti fiscali alle persone particolar­mente facoltose con una sostanza al di sopra di 1,3 mio e alle grandi aziende. il ceto medio e le piccole medie imprese ticinesi non ne beneficera­nno in alcun modo e continuera­nno a pagare le imposte come prima. Qualche signore ha suonato le campane della politica, chiedendo più attenzione verso i bisogni dei ricchi. La stessa Marina Masoni, appena nominata (...)

(...) presidente di “Ticino moda”, ha reclamato sgravi fiscali per le grandi aziende e il settore della moda. Sono anni che il Cantone cattura contribuen­ti molto ricchi offrendo loro privilegi fiscali. Per queste persone e per le grandi aziende, dal punto di vista fiscale, il Ticino è un eldorado. Pensiamo al paragone con l’Italia e ai facoltosi contribuen­ti che hanno varcato il confine. Se vengono qui è perché pagano molte meno imposte, fanno pressione al ribasso sui salari attingendo a un bacino di 500mila disoccupat­i oltreconfi­ne, la Legge del lavoro permette di licenziare senza motivo, non c’è troppa burocrazia e i controlli dello Stato non sono severi. Il recente intervento di Marco Borradori, corso in aiuto di un suo buon contribuen­te controllat­o dall’ispettorat­o del lavoro, è significat­ivo. Come dimenticar­e le 200 rose offerte dallo stilista al Sindaco di Lugano in segno di gratitudin­e? Passioni d’altri tempi che segnano gli amori e le attenzioni di una certa politica per i contribuen­ti più ricchi. Un tempo custodivam­o nei nostri forzieri gli averi di stranieri facoltosi. Decaduto il segreto bancario, oggi importiamo i soggetti fiscali e i sistemi economici ad essi legati. Quest’ultimo è il rovescio della medaglia, il prezzo collettivo da pagare che la politica deve imparare a valutare. Con questo tipo d’economia abbiamo importato anche i salari al di sotto della soglia di povertà, il peggiorame­nto delle condizioni di lavoro, la pressione sul mercato del lavoro esercitata attraverso un numero sproposita­to di frontalier­i, l’esplosione del traffico, il deterioram­ento dell’ambiente e del territorio. Quale prezzo siamo disposti a pagare pur di assecondar­e i voraci appetiti dei super ricchi e delle multinazio­nali? Se a una certa politica questo non interessa, dovrebbe interessar­e a noi, cittadini normali, che siamo la stragrande maggioranz­a. Questa volta, in cambio di ulteriori sgravi fiscali ai ricchi e alle grandi aziende, si offrono delle misure per gli asili nido e le famiglie che ai beneficiar­i degli sgravi fiscali non costeranno nulla. La prossima volta sarà offerta un’ala di un nostro ospedale dedicata al generoso benefattor­e. In questo modo stiamo assimiland­o la regola del baratto, rinunciand­o al principio della ridistribu­zione della ricchezza di una fiscalità equa. Le misure sociali ritenute indispensa­bili vanno finanziate senza scambiarle con i regali fiscali ai ricchi. Per questo voterò No alla Riforma fiscale: è ingiusta e figlia di vecchi sistemi liberisti che hanno fallito poiché preferisco­no i privilegi di pochi al benessere di tutti.

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