Paesaggio a tinte fosche
Udc, Plr e Ppd vogliono allentare i vincoli di protezione, associazioni ambientaliste sul chi vive Funivie e altro in zone protette? Un progetto in consultazione. I timori di Raimund Rodewald (Fp), che fa autocritica e rilancia l’idea di un’iniziativa pop
I 162 ‘oggetti’ dell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale (Ifp) e i 1’274 dell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (Isos) godono di una protezione speciale: vanno conservati intatti, in linea di massima. Qui interventi sono possibili soltanto se sussiste un interesse di ‘importanza nazionale’: nel caso debbano essere costruite autostrade o installazioni militari, ad esempio; oppure (così prevede la nuova legge sull’energia, approvata alle urne nel maggio 2017), se devono essere realizzati impianti eolici o per la produzione di energia idroelettrica di una certa dimensione. Ora la maggioranza borghese (Udc, Plr e Ppd) della Commissione ambiente, pianificazione del territorio ed energia del Consiglio degli Stati (Capte-S) vuole allentare il vincolo di protezione. Poco prima di Pasqua, ha messo in consultazione fino al 9 luglio un progetto preliminare di modifica in tal senso della legge sulla protezione della natura e del paesaggio. Da un lato, interventi edilizi negli oggetti/insediamenti protetti dovrebbero essere possibili in futuro anche in presenza di “interessi cantonali legittimi”, e non più esclusivamente quando in gioco vi sono “interessi nazionali”. D’altro canto, verrebbero ridefinite (al ribasso) le prerogative della Commissione federale per la protezione della natura e del paesaggio (Cfnp): le sue perizie oggi hanno un ‘peso’ giuridico preponderante (lo ha stabilito il Tribunale federale), un domani sarebbero soltanto “una delle basi per l’autorità decisionale”. Dalla modifica di legge – passata inosservata ai più e della quale ha riferito lunedì il ‘Tages-Anzeiger’ – uscirebbero ridimensionati anche i pareri della Commissione federale dei monumenti storici (Cfms). La storia ha inizio nel 2012, in piena discussione politica sulla svolta energetica dopo la catastrofe nucleare di Fukushima. Il ‘senatore’ Joachim Eder (Zg) lancia l’iniziativa parlamentare dalla quale il progetto attuale prende le mosse. Eder ha in mente anzitutto impianti per la produzione di energia rinnovabile. Poi il discorso si è ampliato, fino ad abbracciare infrastrutture turistiche e di altro tipo. Interpellato dal ‘Tagi’, oggi il ‘senatore’ Plr si difende dal voler rimettere in discussione i fondamenti della protezione del paesaggio. La minoranza della CapteS (Ps, Verdi, Pbd) è di altro avviso: ritiene che le nuove norme comporteranno “un aumento degli interventi (...), rendendo più difficoltosa una conservazione intatta degli oggetti più preziosi”. Le associazioni ambientaliste e di difesa del paesaggio sono sul chi vive. Raimund Rodewald, direttore della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio (Fp), teme che «nella ponderazione che viene fatta tra esigenze di protezione e di utilizzo, gli interessi cantonali – sanciti ad esempio dai rispettivi piani direttori – siano considerati equivalenti a quelli di protezione». ‘Interessi cantonali’? Potrebbero rientrarvi «infrastrutture turistiche, come funivie, zone industriali o artigianali, discariche per inerti e magari anche strade di circonvallazione», spiega Rodewald alla ‘Regione’. Ad ogni modo, i progetti concreti in conflitto con le esigenze di protezione si contano sulle dita di una mano: la prevista funivia tra gli impianti sciistici di Corviglia e del Corvatsch, in Alta Engadina, e «un paio di altri piccoli progetti». E Rodewald non riesce a immaginarsi che un domani possa essere costruito qualcosa nei 14 oggetti ticinesi (tra gli altri il Monte San Giorgio, la Valle Bavona, la Valle Verzasca, la Greina) inseriti nell’Ifp. Una cosa è certa, però: la tutela del paesaggio non va per la maggiore in Parlamento. Per Rodewald, l’occasione di fare autocritica: «Siamo diventati troppo pragmatici, abbiamo lasciato che altri dettassero l’agenda. È importante che torniamo ad essere proattivi, non limitandoci a reagire con dei referendum». Il direttore della Fp pensa a un’iniziativa popolare. I temi sono quelli della difesa del paesaggio e della biodiversità, spiega. Il testo è «pronto». Sono in corso discussioni con Pro Natura. Sarebbe ideale poter lanciare l’iniziativa ancora quest’anno, ma non sarà facile, dice Rodewald.