Congo, uccisi altri eroi
Continuano a morire gli eroi della natura nel Parco Nazionale dei Vulcani Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo. Lunedì sono stati uccisi 5 ranger e una guida. La strage più grave da quando esiste il parco. Un sesto ranger è stato ferito gravemente e attualmente è sottoposto alle cure. Tutte le vittime erano giovani tra i 22 e i 30 anni.
Nella difesa del Parco, con un aumento negli ultimi 20 anni, hanno perso la vita 175 ranger: uomini straordinari che hanno dedicato la loro vita alla difesa di un vero e proprio patrimonio naturale che accoglie nei propri confini alcuni degli ultimi rarissimi gorilla di montagna. Sono molti gli interessi economici che si scontrano con la loro conservazione: il bracconaggio così come l’uso criminale di altre risorse naturali (la legna delle foreste dei vulcani viene illegalmente trasformata in prezioso carbone) servono a finanziare una criminalità diffusa spesso collegata agli interessi dei signori della guerra. Emmanuel De Merode, direttore del Parco e lui stesso ferito in un attentato due anni fa, ha dichiarato: «Virunga ha perso degli uomini straordinariamente coraggiosi che erano profondamente impegnati a lavorare al servizio delle loro comunità. È inaccettabile che i ranger di Virunga continuino a pagare il prezzo più alto in difesa del nostro patrimonio comune e siamo devastati dal fatto che le loro vite siano state interrotte in questo modo».
Il Parco Nazionale dei Vulcani Virunga è la più antica area protetta africana, nata nel 1925 per difendere una biodiversità straordinaria tra cui un’importante popolazione degli ultimi 880 gorilla di montagna. Il WWF è impegnato a sostenerne il Parco Nazionale del Virunga con progetti rivolti alle comunità locali e alla protezione di specie e habitat sin dal lontano 1960.
La protezione di questi 780 km quadrati di foreste e savane, vulcani attivi e laghi, dove vivono gli straordinari gorilla di montagna è da sempre la sfida di persone eccezionali. Fra queste montagne avvolte nella nebbia trovò la morte (uccisa molto probabilmente dagli stessi bracconieri che tentava di combattere) Diane Fossey, segnando l’inizio di una lunga battaglia contro interessi criminali che mirano alle molteplici risorse naturali del Parco. Proprio per difendere il Parco del Virunga dalle estrazioni petrolifere, il WWF lanciò nel 2014 una campagna di denuncia, ottenendo l’impegno del governo e delle compagnie petrolifere a rispettare il santuario del gorilla.