Obiettivo de-escalation
La Russia e il segretario generale dell’Onu mettono in guardia dai rischi di un conflitto in Siria
Antonio Guterres al Consiglio di sicurezza: la guerra fredda è tornata. Mosca accusa Londra. Gli Usa dicono di avere le prove che è stato Assad a usare il gas.
New York – Nell’attesa che sulla Siria si abbattano i missili di Donald Trump, Mosca passa al contrattacco. E mentre gli Stati Uniti ribadiscono di avere le prove che il presunto attacco con armi chimiche avvenuto a Duma il 7 aprile è opera del governo siriano, il Cremlino accusa senza mezzi termini gli 007: «Abbiamo prove inconfutabili», ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che ha messo in guardia anche dalle conseguenze imprevedibili di un conflitto nel Paese mediorientale, a partire da una nuova massiccia ondata migratoria. «Il Medio Oriente è nel caos, la guerra fredda è tornata» e «la Siria oggi è la più seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali», ha rincarato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Quella che per ora è una guerra dei nervi sembra comunque destinata a durare per un po’ di tempo, dopo le minacce iniziali del presidente americano che aveva lasciato intendere un intervento militare immediato per punire il regime di Assad. Non solo il Pentagono continua a frenare gli ardori del tycoon per evitare azioni avventate (cfr. sotto), ma anche in una telefonata tra il presidente francese Emmanuel Macron e Vladimir Putin si è tornati a parlare di ‘de-escalation’, anche in attesa dei primi riscontri degli esperti dell’Opac, già arrivati in Siria. La tensione resta altissima invece sull’asse Mosca-Londra. Quest’ultima – già ai ferri corti con il Cremlino per il caso dell’ex spia russa Skripal avvelenata nel Regno Unito – ha replicato con estrema durezza alle accuse di «provocazione». L’ambasciatrice britannica presso le Nazioni Unite, Karen Pierce, ha definito «una sfacciata menzogna» quella della Russia secondo cui il Regno Unito avrebbe fatto pressioni sui Caschi Bianchi – organizzazione umanitaria che opera nei territori controllati dai ribelli anti-Assad – perché organizzassero la messa in scena di Duma. Una ‘farsa’ per incolpare Damasco dell’uso di armi chimiche e provocare la reazione militare da parte degli Usa e del mondo occidentale. Teso il clima anche al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi nuovamente su richiesta della Russia e conclusosi con il solito scambio di accuse reciproche. Con l’ambasciatrice Usa Nikki Haley che è tornata a puntare il dito su Damasco e su Mosca ma che allo stesso tempo a proposito di un intervento militare ha sottolineato: «Bisogna fare qualcosa, ma non si può avere fretta su decisioni come queste». Anche perché, come ha sottolineato il segretario generale Antonio Guterres, il rischio è «che le cose sfuggano al controllo, ed è nostro dovere comune impedirlo».