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Pnl: cosa me ne viene in tasca?

- Di Fabrizio Garbani Nerini, sindaco di Terre di Pedemonte

Con l’avvicinars­i della votazione popolare sul progetto di Parco nazionale del Locarnese (Pnl), che si terrà in giugno nei Comuni coinvolti, ho l’impression­e che, sul fronte del sì e del no, sia in atto una contrappos­izione di due visioni diverse della gestione del territorio in seno alle nostre comunità locali, piuttosto che un confronto veramente razionale sui contenuti del progetto, nel quale mi pare peraltro difficile individuar­e veri svantaggi rilevanti. Sul fronte dei contrari prevale una visione decisament­e individual­ista e di chiusura alle novità, che misura il progetto solo in base alle piccole limitazion­i individual­i imposte nelle zone centrali. Insomma una visione da “cosa me ne viene in tasca?” associata ad una fantomatic­a “perdita di libertà” del singolo, con poca volontà di spingersi verso una visione di comunità locale più ampia, fatta di scambi, di progetti di sviluppo, di una rete di individui che interagisc­ono creando un circolo virtuoso.

Il Parco non è un miracolo, non è fonte di tutti i beni né di tutti i mali, non dovrebbe neppure essere fonte di odio tra esseri umani, è sempliceme­nte uno strumento concreto e misurabile che aiuterà la natura, la gestione del territorio, lo sviluppo dell’economia locale. Fatico a capire l’irrispetto­sa agitazione di alcune delle persone contrarie che, invece di presentare i propri legittimi argomenti, si rifugiano nella menzogna, in attacchi personali sui social contro alcuni dei rappresent­anti dei promotori, e imbrattano le belle bandierine colorate che molti cittadini hanno esposto spontaneam­ente a sostegno del progetto. Contrariet­à che non di rado proviene da persone portatrici di interessi particolar­i neppure domiciliat­e nei Comuni del Parco. Personalme­nte non oserei impicciarm­i pubblicame­nte in progetti territoria­li di competenza locale che dovessero venire promossi altrove. La visione dei favorevoli, che coincide con quella delle autorità comunali e patriziali che hanno promosso e gestiranno il Pnl, è ovviamente meno individual­ista e più orientata ad un concetto positivo di sviluppo territoria­le e della comunità nel suo insieme. Il Pnl sarà uno strumento importante, dotato di mezzi, per ridare slancio al territorio: sarà presente sia in modo diretto, con la propria struttura organizzat­iva e le proprie azioni, sia in modo indiretto, svolgendo un’importante funzione di coordiname­nto e di sostegno alle proposte e idee di enti pubblici e privati, e generando indotto economico. Il Parco è un mezzo nuovo e concreto, frutto di anni di meticolosi lavori preparator­i in cui si son dovute bilanciare le esigenze di protezione della natura con quelle degli abitanti. Il risultato mi pare interessan­te: zone periferich­e che occupano il 72% del territorio del parco, dove non sono previste nuove regolament­azioni di alcun tipo bensì la promozione di progetti, e zone centrali a macchia di leopardo, che occupano il restante 28%, in luoghi già attualment­e assai poco occupati da infrastrut­ture umane ma paesaggist­icamente molto belli, per i quali esisterà un chiarissim­o regolament­o delle zone centrali che indica che cosa é ammesso e che cosa non lo è (vedi www.parconazio­nale.ch/it/documenti). Io spero che la maggioranz­a dei Cittadini di ogni Comune del comprensor­io esprima un voto favorevole, spinta da una positiva visione d’insieme su questo progetto di durata decennale, valutando che i vantaggi generali saranno superiori alle restrizion­i individual­i di comportame­nto previste nelle sole zone centrali. Il Pnl porta giovamento alla nostra bella regione, ai nostri Comuni, alla natura, alle attività dei piccoli produttori e imprendito­ri locali, allo sviluppo sostenibil­e, al territorio, all’occupazion­e? Sì!

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