Pnl: cosa me ne viene in tasca?
Con l’avvicinarsi della votazione popolare sul progetto di Parco nazionale del Locarnese (Pnl), che si terrà in giugno nei Comuni coinvolti, ho l’impressione che, sul fronte del sì e del no, sia in atto una contrapposizione di due visioni diverse della gestione del territorio in seno alle nostre comunità locali, piuttosto che un confronto veramente razionale sui contenuti del progetto, nel quale mi pare peraltro difficile individuare veri svantaggi rilevanti. Sul fronte dei contrari prevale una visione decisamente individualista e di chiusura alle novità, che misura il progetto solo in base alle piccole limitazioni individuali imposte nelle zone centrali. Insomma una visione da “cosa me ne viene in tasca?” associata ad una fantomatica “perdita di libertà” del singolo, con poca volontà di spingersi verso una visione di comunità locale più ampia, fatta di scambi, di progetti di sviluppo, di una rete di individui che interagiscono creando un circolo virtuoso.
Il Parco non è un miracolo, non è fonte di tutti i beni né di tutti i mali, non dovrebbe neppure essere fonte di odio tra esseri umani, è semplicemente uno strumento concreto e misurabile che aiuterà la natura, la gestione del territorio, lo sviluppo dell’economia locale. Fatico a capire l’irrispettosa agitazione di alcune delle persone contrarie che, invece di presentare i propri legittimi argomenti, si rifugiano nella menzogna, in attacchi personali sui social contro alcuni dei rappresentanti dei promotori, e imbrattano le belle bandierine colorate che molti cittadini hanno esposto spontaneamente a sostegno del progetto. Contrarietà che non di rado proviene da persone portatrici di interessi particolari neppure domiciliate nei Comuni del Parco. Personalmente non oserei impicciarmi pubblicamente in progetti territoriali di competenza locale che dovessero venire promossi altrove. La visione dei favorevoli, che coincide con quella delle autorità comunali e patriziali che hanno promosso e gestiranno il Pnl, è ovviamente meno individualista e più orientata ad un concetto positivo di sviluppo territoriale e della comunità nel suo insieme. Il Pnl sarà uno strumento importante, dotato di mezzi, per ridare slancio al territorio: sarà presente sia in modo diretto, con la propria struttura organizzativa e le proprie azioni, sia in modo indiretto, svolgendo un’importante funzione di coordinamento e di sostegno alle proposte e idee di enti pubblici e privati, e generando indotto economico. Il Parco è un mezzo nuovo e concreto, frutto di anni di meticolosi lavori preparatori in cui si son dovute bilanciare le esigenze di protezione della natura con quelle degli abitanti. Il risultato mi pare interessante: zone periferiche che occupano il 72% del territorio del parco, dove non sono previste nuove regolamentazioni di alcun tipo bensì la promozione di progetti, e zone centrali a macchia di leopardo, che occupano il restante 28%, in luoghi già attualmente assai poco occupati da infrastrutture umane ma paesaggisticamente molto belli, per i quali esisterà un chiarissimo regolamento delle zone centrali che indica che cosa é ammesso e che cosa non lo è (vedi www.parconazionale.ch/it/documenti). Io spero che la maggioranza dei Cittadini di ogni Comune del comprensorio esprima un voto favorevole, spinta da una positiva visione d’insieme su questo progetto di durata decennale, valutando che i vantaggi generali saranno superiori alle restrizioni individuali di comportamento previste nelle sole zone centrali. Il Pnl porta giovamento alla nostra bella regione, ai nostri Comuni, alla natura, alle attività dei piccoli produttori e imprenditori locali, allo sviluppo sostenibile, al territorio, all’occupazione? Sì!