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Il ritorno al western di Terence Hill (in moto)

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Parla di epicità, fuori dalle regole, semplicità, ma l’incubo più ricorrente che lo assale quando è sul set «è quello di aver dimenticat­o il copione, o di aver perso la borsa che lo conteneva». Terence Hill, al secolo Mario Girotti, a 79 anni torna al cinema, dopo 20 anni, con ‘Il Mio Nome è Thomas’, che lo vede regista e protagonis­ta. In sala dal 19 aprile, il film ha nel cast anche Veronica Bitto, Guia Jelo e Andy Luotto. È una storia on the road fra Italia e Spagna che richiama le atmosfere western, genere per il quale Terence Hill è diventato celebre, grazie a titoli come I quattro dell’Ave Maria, Il mio nome è Nessuno e Lo chiamavano Trinità (uno dei tanti interpreta­ti in coppia con l’amico Bud Spencer). E proprio a lui Terence Hill dedica questo suo nuovo lungometra­ggio girato in parte nel deserto dell’Almeria. «È ambientato ai giorni nostri ma ci sono delle evidenti citazioni come la scazzottat­a e le padellate. Più di me la protagonis­ta è la ragazza, Veronica Bitto, che per me è bravissima. Il mio personaggi­o è in sella non a un cavallo ma questa volta alla sua Harley Davidson. Vuole affrontare un viaggio solitario verso il deserto. Solitario si fa per dire: Lucia, ragazza vulcanica e problemati­ca, entra prepotente­mente nella mia vita. Dopo averla difesa da due delinquent­i, stringiamo una tenera amicizia». Finalmente una donna accanto a Terence Hill? «È vero. Ci sono tanti tipi di attori, io non ho la certezza che in ruoli diversi da quelli a cui ormai il pubblico è abituato riscontrer­ei lo stesso gradimento. Magari è una mia semplice fissazione». «Ho pensato a questo film 10 anni – aggiunge l’attore –. La storia, solo in parte, mi è stata ispirata dalla lettura di un libro, che 20 anni fa in America mi aveva passato mia moglie, scritto da Carlo Carretto» (monaco che nel ’54 si ritirò nel Sahara, dove visse dieci anni ritmati da silenzio e lavoro). Il volume viene mostrato in una delle sue prime edizioni all’inizio del film, che si apre con Terence Hill sonnecchia­nte su una sedia da barbiere, mentre un gatto gli passa sotto e un’aquila lo sorvola. Quando si sveglia eccolo subito accendere una roboante Harley Davidson dopo aver detto: «Vado in Spagna per rileggere questo libro nel deserto…». Già, però ‘Il mio nome è Thomas’ non lo voleva produrre nessuno: «Ci ho messo dentro un bel po’ dei nostri soldi chiedendo un prestito negli Stati Uniti»...

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WIKIMEDIA ‘Il mio nome è Nessuno’

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