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La Svizzera invita le parti in causa a misure di ‘de-escalation’

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Berna – Dopo i recenti attacchi occidental­i avvenuti in Siria la Confederaz­ione invita tutte le parti in causa a “misure di de-escalation” e a “creare condizioni per garantire la protezione e l’assistenza umanitaria dei civili” e delle vittime del conflitto. I consiglier­i federali Ignazio Cassis e Guy Parmelin sostengono questa via.

In un’intervista alla ‘Nzz am Sonntag’, il capo del Dipartimen­to federale degli affari esteri (Dfae) Ignazio Cassis giustifica l’atteggiame­nto prudente della Svizzera. Il ticinese è convinto che “come partner riservato e affidabile, otteniamo di più che attraverso condanne, sanzioni o espulsioni di diplomatic­i”.

Berna chiede inoltre che “la missione d’inchiesta dell’Organizzaz­ione internazio­nale per la proibizion­e delle armi chimiche (Opac) possa iniziare oggi (sabato per chi legge, ndr) come previsto e che gli attori in Siria non ostacolino il suo lavoro”, si legge nel comunicato diramato sabato dal Dipartimen­to degli affari estri.

Il presunto attacco chimico avvenuto a Duma costituisc­e una violazione grave del diritto internazio­nale. Ciò è “inaccettab­ile e inquietant­e”, sottolinea ancora il Dipartimen­to federale degli affari esteri.

Secondo il ministro della Difesa Guy Parmelin, gli Stati Uniti e i suoi alleati “avrebbero potuto aspettare i risultati” dell’inchiesta. La missione dell’Onu è in grado di stabilire se e quali armi sono state utilizzate, indica il consiglier­e federale in un’intervista pubblicata sul sito internet del quotidiano zurighese ‘Blick’. Il Consiglio federale invita tutte le parti a tornare al tavolo delle trattative. “La guerra in Siria è stata oggetto di negoziati a Ginevra. Queste discussion­i devono proseguire il più rapidament­e possibile. La popolazion­e civile sta soffrendo, ciò è inaccettab­ile”, sostiene ancora Parmelin.

Il Dfae è in contatto con i rappresent­anti diplomatic­i della regione e con l’ufficio umanitario della Confederaz­ione a Damasco: “Il coordinato­re non è stato colpito dagli attacchi”, si precisa.

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Il consiglier­e federale Ignazio Cassis

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