laRegione

Ricciardo se la ride

La Ferrari getta alle ortiche una situazione di vantaggio al via. La Red Bull sfrutta la safety car, Hamilton preoccupa.

- di Paolo Spalluto

La stagione 2018 non è per ora noiosa o prevedibil­e. Anzi, sembra scritta con un copione che per le domeniche di gara trova sempre una soluzione più sorprenden­te. Red Bull, con un pizzico di fortuna e una strategia geniale con la safety-car in pista, cambia per la seconda volta le coperture ai suoi piloti e diviene veloce come poche. Ricciardo poi effettua dei sorpassi da manuale, come in F1 se ne vedono troppo pochi, e va alla vittoria in modo indiscusso grazie a una monoposto che, sul piano della gommatura e della straordina­ria capacità di uscita in curva, ieri era imbattibil­e. Proprio il modo di aprire in anticipo la potenza del motore Renault ha colpito i tecnici, soprattutt­o sul piano della stabilità e della pressione di trazione sulle Pirelli: bel lavoro di Newey, ancora una volta. In Cina, il protagonis­ta è stato Verstappen, che ha speronato Vettel sul finire della gara, in modo molto lieve, tanto che entrambi hanno potuto riprendere la competizio­ne con una penalità di soli dieci secondi all’olandese. Lo stesso tedesco a fine gara ha intelligen­temente riconosciu­to che il contatto è stato un tipico incidente di corsa e nulla più, Max si è scusato con lui, e noi pensiamo che il bello delle corse sia proprio questo. In casa Ferrari, nel Gp d’apertura, la fortuna ha aiutato molto, ieri invece lo ha fatto assai meno. C’è anche la complicità del muretto e del box. Lenti nei cambi, non felici nelle strategie di gara, hanno tenuto fuori troppo tempo Raikkonen, penalizzan­dolo. Solo la safety-car ha permesso di salvare il risultato del team, che ha almeno portato a casa un terzo posto, dopo il dominio in qualifica. Nel frattempo la Mercedes-Benz, con qualche difficoltà è già sopra di

un punto alla Rossa nel campionato costruttor­i, 85 a 84 per l’esattezza. È quello che Enzo Ferrari definiva il vero mondiale, che permette alle auto prodotte a Maranello di avere l’effige a bordo.

Lewis giù di tono

Manca Hamiton, a questo Mondiale, e nessuno sa spiegare il perché. Si fa preferire Bottas, terzo in classifica generale piloti. Lewis stesso con rara umiltà ha definito il suo weekend cinese «un semplice disastro». Il tema tecnico dominante è stato la temperatur­a delle Pirelli e la loro finestra di utilizzo. Fredde o surriscald­ate, ma mai corrette: questa la difficoltà riscontrat­a, complice anche una situazione meteo differente nelle varie fasi del fine settimana. Lewis a detta di Wolff, poi, non era proprio in forma di suo, e la frase «anche i migliori piloti del mondo come lui hanno diritto a un giorno no» la dice lunga sul clima che vige in seno al team campione del mondo. Ancora Toto: «Strano, questo Mondiale. A Melbourne tutti ci davano per già vincenti, come se il campionato fosse chiuso. Dopo tre gare le cose sono andate in modo differente. Ho fiducia nella mia squadra, noi torneremo. La Ferrari, però, è molto forte». Un’annotazion­e di stile: siamo molto colpiti dalla partenza di Vettel che ha chiuso in modo violento a destra il compagno di squadra Raikkonen. Se il finlandese non avesse alzato il piede ci sarebbe stato un contatto. Il risultato è stato la perdita di ben due posizioni. Forse una governance più oculata a Maranello sarebbe buona cosa, specie perché è Vettel che impone al team la scelta di avere Kimi al suo fianco, considerat­o scudiero fedele, ma non schiavo ubbidiente. La questione si ripropone in chiave 2019: Ricciardo non ha rinnovato con la Red Bull, ma non è così gradito al tedesco: i due hanno trascorsi litigiosi proprio nella squadra “taurina”. Tra due settimane c’è Baku in Azerbaigia­n, pista dove superare è praticamen­te impossibil­e. Le qualifiche saranno determinan­ti. Interessan­te annotare una tendenza del 2018: la Ferrari corre veloce nelle qualifiche e meno in gara, la Mercedes fa il contrario.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE Altro che monotonia: ogni domenica c’è una soluzione sorprenden­te

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