Elise Mertens si prende tutto
Il Belgio fa il pieno a Lugano. Non solo acqua sulla prima edizione del torneo: piovono i complimenti per gli organizzatori.
Lugano – Più simbolico di così, il momento della premiazione non può essere. Giusto il tempo di preparare la sobria cerimonia, che sul centrale-laterale del Tc Lido inizia a piovere. Sai che novità... Doppio colpaccio – ‘And the winner is...’ (per dirla nella lingua ufficiale del circuito): Elise Mertens. La 22enne testa di serie n. 2 del torneo s’impone sia nel torneo singolare che in quello di doppio (associata alla connazionale Kirsten Flipkens, con cui formava la coppia n. 1). Per la semifinalista agli ultimi Australian Open, è il secondo titolo dell’anno e il terzo in carriera. La prima edizione del Samsung Open ha nella 20a del ranking mondiale una degna vincitrice, visto che nella Race (la corsa alle finali di Shanghai, cui si qualificano le prime 8 in stagione) è 10a. Mertens era arrivata in finale uscendo indenne da un ‘percorso del combattente’ (ottavi, quarti e semifinale arraffati al 3° set) e un ‘super sabato’, in cui è stata in campo 6 ore e 8 set, nei 3 match giocati (quarti e semi in singolare, semifinale di doppio). A due passi dal cielo – Aryna Sabalenka: due volte in finale, due sconfitte. In singolare s’è arresa a una Mertens più completa ed esperta nei momenti che contano. Se saprà incanalare la foga che la porta a colpire ogni palla come se ne dipendesse la propria vita, la 19enne potrà diventare pericolosa per tante. I ‘coups de coeur’ – Vera Lapko: bielorussa di 19 anni (108 Wta) dalle vaghe sembianze, con meno alterigia, di Maria Sharapova, centra la semi in singolare e la finale in doppio. Kathinka Von Deichmann: la 23enne del Liechtenstein (186 Wta) regala un raro quanto elegante rovescio a una mano. Aryna Sabalenka: il commento più comune sulle tribune è che una così, è meglio non farla arrabbiare. Accompagna i colpi con un urlo da guerriera, ma finita la partita dispensa sorrisi da ‘ragazzina’ e non lesina firme e foto a piccini e adulti. Protagoniste mancate – Le svizzere Belinda Bencic e Timea Bacsinszky, tra le attese protagoniste tanto da campeggiare sulle locandine. Il pubblico s’è dovuto accontentare di autografi e selfie. Le delusioni – Kristina Mladenovic, n. 1 del tabellone e 19 Wta (già top-10, ma in crisi di risultati da mesi): è durata un set e poco più. Alizé Cornet (35 Wta): s’è squagliata alla prima difficoltà (si fa per dire, con tutto il rispetto per l’elvetica Stefanie Vögele) senza risparmiarci le sue note sfuriate. Donna Vekic (55 Wta): chi s’era ritagliato a fatica la visuale d’una porzioncina di campo 3, ricorderà la 21enne più che altro per essere la fidanzata di Stan Wawrinka. Svetlana Kuznetsova: la copia sbiadita della giocatrice capace di vincere due Slam. Sfortunati ma promossi – I responsabili hanno dovuto lottare contro un avversario impari: il maltempo. Oltre ad aver concluso il torneo nei tempi previsti (non era scontato), hanno ricevuto molti elogi dalla Wta per l’ottima organizzazione. Dimostrando così di avere tutte le carte in regola per far diventare Lugano un appuntamento fisso in calendario, in avvio di stagione su terra. Il premio ‘Salti mortali’ – Al team per la manutenzione dei campi, capeggiato da Francesco Mavilia. Vero che all’1 e al 2, troppo inzuppati per giocare, si sono presto dovuti preferire i più scomodi (per il pubblico) 3, 4 e 5 e che il centrale ha presentato alcuni problemi fin dall’inizio. Ma garantire condizioni regolari nonostante le secchiate d’acqua cadute è stato un lavoro da maestri.