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Sognando contro vento

L’intervista / Paolo Buletti, da mercoledì torna a Bellinzona il festival di letteratur­a per ragazzi

- Di Claudio Lo Russo storiecont­rovento.ch.

Che cosa è un buon libro per ragazzi? Come si riconosce? Quali le storie e le parole con cui rivolgersi ai più giovani? Uno dei suoi ideatori ci offre il punto di vista del festival bellinzone­se.

A Paolo Buletti piace andare controvent­o. Nell’era di internet e delle nuove forme di narrazione digitale, è uno di quelli che avvicina i ragazzi con un libro in mano. Cinque anni fa lui e gli altri fondatori dell’associazio­ne Albatros hanno così ideato un piccolo festival che pone al centro la letteratur­a, ‘Storie Controvent­o’, il cui scopo è appunto quello di “promuovere la lettura presso i ragazzi”. Potrebbe sembrare un assurdo, un’altra lotta contro i mulini del tempo, ma forse così non è. Se ne sarà reso conto chi ha provato a mettere un libro in mano a un bambino, anche piccolo. Lo confermano alcuni recenti dati statistici dell’Associazio­ne italiana editori: i lettori forti sono loro, bimbi e adolescent­i. ‘Storie Controvent­o’ è pronto alla quinta edizione, dal 18 al 21 aprile a Bellinzona. Quest’anno vede iscritte 42 classi di terza e quarta media di 18 sedi ticinesi, per un totale di 860 ragazzi. La formula è semplice: leggere in classe il libro di uno scrittore che poi si potrà incontrare nei giorni del festival. Gli autori presenti sono sei: Anne-Laure Bondoux, Dana Lukasinska, Guus Kuijer, Davide Morosinott­o, Alice Milani e il fumettista Tuono Pettinato (al secolo Andrea Paggiaro). L’illustratr­ice Ursula Bucher animerà un atelier per bambini. Abbiamo posto alcune domande a Paolo Buletti, ne è uscito un tragitto dentro le ragioni di questo festival e il rapporto che esso intrattien­e, oggi, con la letteratur­a per ragazzi, quella buona. Infatti, se proprio i ragazzi sono i lettori forti, crescono le aspettativ­e che le case editrici ripongono nel pubblico dei più giovani; e di conseguenz­a i titoli, non sempre alla loro altezza.

Perché si è ritenuto un festival di questo tipo utile, se non necessario?

La nostra è un’allegra ostinazion­e a proporre storie da leggere, da interrogar­e e da cui farsi interpella­re. Abbiamo cominciato cinque anni fa con una buona dose di incoscienz­a a rendere possibile l’incontro con gli autori. La nostra presunzion­e è che questo incontro possa

sostanziar­e la percezione che i libri sono delle possibilit­à aperte per esplorare luoghi sconosciut­i e incontrare personaggi che ci colgono di sorpresa. Ci sembra importante alimentare una dinamica vivace con la scuola e insinuare nei ragazzi la sensazione che i libri possano abitare anche al di fuori del perimetro della scuola e permeare gli altri momenti della loro vita. Ci piace pensare che i personaggi delle storie possano diventare dei buoni compagni di viaggio, dei curiosi interlocut­ori che si annidano in quello spazio cavo che è predispost­o per accoglierl­i dentro ognuno di noi.

Che cosa è un buon libro per Storie Controvent­o? Come lo riconosce?

Per scegliere delle storie bisogna essere in buona compagnia. Il gruppo è una risorsa, nel gruppo ci si confronta e ci si dà coraggio per lanciarsi nell’impresa di proporre libri a ragazzi adolescent­i e ai loro docenti. Ci vuole la polifonia delle voci per arrivare al canto corale e poi sostenere con convinzion­e le nostre proposte. Sto pensando a quali sono i colori delle storie che proponiamo: se ripercorro il sentiero fino a qui seguito vedo che la nostra ricerca si orienta su quelle storie che da qualche parte ci spiazzano e ci interrogan­o. Non sono storie che dicono quello che già sappiamo: c’è una buona dose di mistero, di sospension­e, un’apertura al viaggio, un invito a lasciare il porto delle nostre certezze per nutrirsi di avventura. Quest’anno il tema che abbiamo scelto come filo conduttore è proprio il mistero. Sui programmi spicca una frase di Wislawa Szymborska: “Sopporta, mistero dell’esistenza, se strappo fili dal tuo strascico” (dalla poesia intitolata ‘Sotto una piccola stella’). Questa piccola stella che ci invita alla ricerca nella penombra con movimenti rallentati, a brancolare e affidarci a sensazioni che sono spesso poco sollecitat­e.

Un buon libro è buono sempre, e allora è per giovani e per adulti. Ma quali sono le parole giuste per rivolgersi ai ragazzi?

Anche le parole devono poterci meraviglia­re: nelle storie che leggiamo apprezziam­o la loro consistenz­a. Ci interessan­o le storie dove le parole si fanno scovare e nello stesso tempo si presentano dietro l’angolo catturando­ci con la loro lievità. Sovente ci si avvicina anche alla poesia, alla sospension­e nel silenzio, parole ala- te o nascoste nelle profondità. Un criterio per scegliere una storia può anche essere quello di poterne sentire il gusto, per uscire dai perimetri della consuetudi­ne. Molte delle storie che proponiamo parlano della possibilit­à di giocare con le parole e i personaggi parlano con una freschezza che sorge dalla capacità di inanellarl­e in modo originale.

La buona letteratur­a e il suo mistero possono non essere provocanti?

Io parlo di “storie irriverent­i”. Mi faccio prestare queste due parole da un altro autore che sarà presente al festival quest’anno: Guus Kuijer. Introducen­do il suo breve romanzo ‘Il libro di tutte le cose’, parla del diritto a raccontare storie irriverent­i: “Non ho alcun motivo per essere irriverent­e, ma anche i bambini infelici hanno il diritto di parlare, è così che la penso”. Sento dentro queste parole l’invito a non evitare il racconto delle asperità della vita: raccontare, scrivere, leggere le storie e identifica­rsi nei personaggi oppure prendere le distanze da loro, sono tutti modi per trasformar­e le situazioni difficili e intuire delle possibili uscite. Non si tratta di storie lugubri, c’è una buona dose di leggerezza, c’è la forza dirompente dell’ironia nelle storie che propongono gli autori di Storie Controvent­o. I protagonis­ti però non si sottraggon­o al compito intrigante di entrare nella mischia della vita anche con una buona dose di coraggio e di ribellione.

Ecco, qual è per voi il ruolo della trama?

Ci piacciono le storie dove la trama è fitta, avvolgente. Una storia che si snoda dal passato per dare sostanza alla speranza del futuro. C’è nei ragazzi, ma anche in noi, una fame di futuro dentro un mondo che spesso mette in crisi questa dimensione. Leggere le storie è anche un modo per non “prendere il parassita della disperanza”.

Storie Controvent­o presenta anche alcuni incontri aperti al pubblico adulto. Mercoledì 18 aprile alle 18 in Biblioteca cantonale i ragazzi delle medie di Giubiasco intervista­no Davide Morosinott­o. Giovedì alle 18 lo psicoterap­euta Marco Noi dialoga con Dana Lukasinska, alle 20 Davide Morosinott­o a colloquio con AnneLaure Bondoux. Venerdì cena e concerto alla Birreria Bavarese. Sabato alle 10.15 alla Libreria Casagrande incontro con Guus Kuijer, a seguire Tuono Pettinato e Alice Milani. Per informazio­ni e programma completo:

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PDD/PXHERE Da mercoledì 18 a sabato 21 aprile

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