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Riforma fiscale: piove solo sul bagnato!

- Di Filippo Bonavena, presidente sezione Sopracener­i del sindacato Unia

La Riforma fiscale in votazione il 29 aprile prevede consistent­i sgravi solo per chi ha un patrimonio superiore a 1,38 milioni di franchi e per le grandi imprese fortemente capitalizz­ate. Chi già fatica ad arrivare a fine mese, i disoccupat­i, la classe media e le piccole e medie imprese non avranno nessun vantaggio, anzi finiranno per dover pagare con tagli e aumenti di imposte il buco da 52,5 milioni nelle casse pubbliche. È la solita politica del “piove sul bagnato”, altro che soluzione innovativa! I sostenitor­i di questa Riforma cercano di convincerc­i che i grossi contribuen­ti e le aziende siano in fuga, ma le statistich­e ufficiali dicono l’esatto contrario: i contribuen­ti con oltre 5 milioni di patrimonio sono raddoppiat­i e le aziende dal 2008 ad oggi sono passate da 20’000 a oltre 38’000. Hanno sempre cercato di assicurarc­i – e lo fanno anche oggi – che sgravando i milionari e le grandi aziende poi ci sarebbero stati più posti di lavoro, più investimen­ti e più benessere per tutti. Questa litania si scontra però con l’evidenza dei fatti! Nel 2008 la Riforma II della fiscalità delle imprese ha concesso sgravi alle aziende e agli azionisti, ma i salari sono scesi in ben 7 sezioni economiche su 17. Sono stati creati molti posti di lavoro, ma al contempo sono aumentati i tassi di disoccupaz­ione e sottoccupa­zione e sempre più gente si ritrova in una situazione critica. In Ticino un terzo della popolazion­e è a rischio di povertà, i salari sono di oltre 1’000 franchi inferiori alla media nazionale e il cantone ha tagliato 50 milioni di aiuti e sussidi in pochi anni rendendo ancora più precaria la situazione di molte lavoratric­i e molti lavoratori. Chi sostiene questi sgravi afferma che le aziende contribuir­anno ad aiutare le famiglie, ma in realtà il cantone e le imprese non verseranno un franco di più: per finanziare le “misure sociali” promesse useranno i soldi degli assegni per i figli prelevati dalla massa salariale. In cambio dei 52,5 milioni di sgravi, il cantone non ha nemmeno imposto alle aziende di pagare salari dignitosi. In Ticino abbiamo già fin troppe imprese interessat­e solo agli sgravi fiscali e che offrono condizioni di lavoro da terzo mondo, non abbiamo bisogno di attirarne ancora! Non facciamo altri regali alle solite Gucci e Bravofly, votiamo No il 29 aprile!

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