En marche, Europe!
Strasburgo – L’Europa si ritrovi, se vuole evitare il rischio di una guerra civile. Pochi giorni dopo essersi associato a Donald Trump in una guerra durata poche ore, di cui il resto d’Europa non è parsa entusiasta, Emmanuel Macron ha risfoderato il registro alato che ben gli si confà, per lanciare l’allarme sul pericolo rappresentato da populisti, sovranisti ed euroscettici. Intervenendo alla seduta plenaria dell’Europarlamento, il presidente francese ha messo in guardia le democrazie europee dai “sistemi illiberali” e dagli “egoismi nazionali”, evocando la necessità di una nuova sovranità europea. «Non voglio far parte della generazione dei sonnambuli», ha scandito il capo dell’Eliseo, che un secolo fa non videro arrivare la tragedia del Novecento. Di fronte agli autoritarismi, nel suo discorso-manifesto sul futuro dell’Europa, l’obiettivo deve essere una “sovranità europea, più grande della nostra, ma complementare”. Un messaggio quest’ultimo a una Germania riottosa ad affrontare le riforme di cui Macron ha già parlato con Angela Merkel, e che certamente saranno argomento del loro incontro di giovedì: «Gli impegni presi vanno completati e dobbiamo mettere in atto le riforme. È la parte di responsabilità che spetta agli Stati membri». Quindi il monito: «Se non decidiamo nei prossimi mesi un avanzamento istituzionale e organizzativo che permetta più stabilità e capacità di investire, non andremo avanti in Europa». La Francia è tornata, gli ha dato atto il presidente della Commissione JeanClaude Juncker, elogiando il suo discorso ma avvertendo allo stesso tempo che «l’Ue non è un club guidato da Francia e Germania, bensì un’Unione a 28». Dimenticando che Londra...