Un voto chiude l’epoca dei Castro
L’Avana – Cuba si congeda dai Castro. Il parlamento dell’Avana si riunisce oggi per eleggere il successore di Raul alla presidenza, un voto dall’esito già stabilito, ma che segnerà simbolicamente un passaggio d’epoca, dopo quasi 60 anni di governo prima di Fidel e poi del fratello. I 605 deputati dell’Assemblea nazionale eleggeranno i 23 membri del Consiglio di Stato, compreso il presidente del massimo organismo dirigente dello Stato cubano. Raul Castro (86 anni) non è candidato alla rielezione, rispettando il limite imposto dal suo stesso governo per gli incarichi elettivi, ma ha scelto lui stesso il suo probabile successore: Miguel DiazCanel (57 anni), attuale primo vicepresidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri. Raul manterrà la carica di segretario del Partito comunista, e Diaz-Canel, infatti, diventerà il primo leader cubano nato dopo la Rivoluzione, e non espresso dalla famiglia Castro. Se il ricambio generazionale è così assicurato, non è ancora chiara la linea politica di Diaz-Canel, che malgrado la sua rapida ascesa nelle gerarchie interne del regime resta un dirigente di basso profilo, di scarso carisma, le cui posizioni rimangono poco note, a parte le scontate professioni di “fedeltà alla linea”. Il nuovo capo dello Stato dovrà affrontare questioni cruciali per il futuro di Cuba e del suo governo, dopo lo stallo delle riforme lanciate da Raul a partire dal 2008, quando succedette a Fidel. Lo sviluppo di un settore privato di microimprese, i cosiddetti “cuentapropistas”, è congelato dallo scorso agosto, mentre il Pcc fatica a conciliare i principi collettivisti e la cosiddetta modernizzazione, vale a dire l’apertura al mercato. Ma soprattutto vuole scongiurare uno scenario simile a quello venezuelano. In un contesto del tutto sfavorevole, peraltro, da quando alla normalizzazione dei rapporti con gli Stati Uniti, favorita dalla presidenza di Barack Obama, è seguita la restaurazione reazionaria di Donald Trump.
Raul e il successore