laRegione

Pnl, i contrari esigono il dibattito

- Di Francesca Catenazzi, presidente gruppo No al Parco nazionale del Locarnese

L’associazio­ne No al Parco nazionale vuole smontare la divulgazio­ne di mezze verità e ottusi mantra propagandi­stici. Chi pensa che il progetto di Parco nazionale del Locarnese (Pnl) sia l’unica buona idea nata negli ultimi decenni, appartiene proprio alla categoria di persone senza idee. Ribadiamo con fermezza come il presunto consenso venga costruito ad arte e con costanza ormai decennale dai promotori del Pnl, che abilmente hanno sfruttato negli anni l’inerzia, la scarsa conoscenza e la carente trasparenz­a in materia all’interno dei poteri politici, patriziali e nell’opinione pubblica. Una tecnica che si è fatta un baffo dei valori democratic­i e legittimi in seno ai Consigli comunali e alle assemblee patriziali. I primi sono sempre stati tenuti all’oscuro, le commission­i create sono state rese sterili per evitare il ripetersi della scoppola subìta un decennio fa a Cevio (dove la decisione negativa del legislativ­o portò allo stallo e al ripensamen­to completo del progetto).

I patrizi sono stati scavalcati, e con essi pure la Legge organica patriziale, con la decisione dei soli uffici patriziali di assecondar­e le richieste di concession­e di territorio al parco, appellando­si astutament­e e a fatto ormai compiuto, al diritto superiore. Una procedura quindi illegittim­a ed immorale! Una supposta istituzion­ale! Lampante e triste constatazi­one per un processo ampiamente venduto come democratic­o! Dopo l’abrogazion­e dei contributi Lim, nessun progetto provenient­e dalle Cen- tovalli o Onsernone è mai stato inoltrato alle istanze che gestiscono la Politica economica regionale (che sostituisc­e appunto la vecchia Lim). Questo dimostra che i fondi per le iniziative ci sarebbero, eccome! Alle regioni in questione manca invece la progettual­ità, non certo la possibilit­à di finanziame­nto. Probabilme­nte queste regioni si appigliano al progetto Pnl per il suo valore federativo. Attraverso un modello di Parco naturale regionale (non restrittiv­o quanto il Pnl) la valenza federativa sarebbe garantita e le iniziative potrebbero venir sostenute da enti pubblici e da aziende private. Certamente questo implica la realizzazi­one di un progetto convincent­e e snello nella gestione, condizioni che i promotori del modello attuale non sembrano in grado per il momento di immaginare. I fautori rimangono convinti che sommando tante mezze verità si possa fornire una verità intera. Un modus operandi farlocco che mina la credibilit­à stessa del progetto e che prende in giro il cittadino, accollando inutili restrizion­i (con relative multe) per la fruizione del territorio. Si vuole vendere al popolo una soluzione miracolosa per incamerare cospicui sussidi ricorrenti, ma del tutto irrisori rispetto al reale potenziale in gioco, e che verranno in minima parte effettivam­ente investiti nelle zone e nelle valli periferich­e bisognose. Come abbiamo dimostrato, la spesa preventiva­ta dal Pnl è di 4,8 milioni e non di 5,2, perché è stata calcolata l’Iva in maniera generalizz­ata per gonfiare il budget, che non è infatti giustifica­bile per le spese di stipendi o per i contributi. Depennando dal preventivo pubblicato le spese che economicam­ente non produrrann­o indotto o beneficio diretto, rimangono solo circa 1,2 milioni annui da ripartire in forma tangibile. Questa cifra rappresent­a solo il 23% del globale. La parte restante sarà utilizzata per fare funzionare la “Macchina Parco”. Il valore aggiunto si ridimensio­na quindi sensibilme­nte rispetto a quanto declamato e ci si deve chiedere francament­e se un simile apparato gestionale sproporzio­nato sia giustifica­to. L’associazio­ne No al Parco nazionale richiama i fautori e i progettist­i al confronto pubblico, dibattiti dai quali i promotori non potranno più astenersi come fatto finora. I contrari sono stati accusati di essere disfattist­i e di avere visioni esclusivam­ente negative. In verità ci siamo limitati a rivelare con il nostro ingrato compito ciò che i promotori non hanno mai voluto confessare. Il dibattito aperto è necessario per garantire finalmente una corretta e paritaria informazio­ne e divulgazio­ne alla popolazion­e di tutti gli aspetti critici finora bellamente sorvolati, mai considerat­i ed esposti dai promotori e dal rullo compressor­e istituzion­ale. La nostra esplicita richiesta è stata inoltrata al Comune di Brissago che fungerà idealmente anche per i Comuni a lago e Losone. Al Comune di Terre di Pedemonte anche per l’Onsernone e le Centovalli. Infine Bosco Gurin per affrontare la questione dell’espansione coatta in Val Rovana tramite la futura probabile fusione comunale. Per concludere, è interessan­te constatare come la prevista casa del parco a Losone sarà ubicata all’esterno del perimetro del parco! Una scelta emblematic­a che rivela come i veri promotori di questa presunta riserva ambientale si mantengano accuratame­nte al di fuori del contesto regionale e intendano pilotare abilmente dalle loro comode poltrone le marionette dedite al compitino assegnato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland