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Il Lugano tenta l’aggancio

Lajunen: ‘L’Hallenstad­ion visto da una prospettiv­a diversa rispetto a gara 2’

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Per la rivincita. Quattro giorni dopo essere stato battuto all’overtime, il Lugano torna all’Hallenstad­ion. E, stavolta, nella tana dei Lions ci arriva portandosi appresso una bella iniezione di fiducia data dal convincent­e successo di gara 3. «Dovremo giocare come martedì alla Resega, che ritengo sia stata la nostra migliore partita dell’intera serie – sottolinea Jani Lajunen –. Martedì si è vista quell’intensità che ci necessita per battere lo Zurigo». Anche il fatto di essere andati vicino al successo sabato permette agli uomini di Ireland di guardare da una prospettiv­a diversa la trasferta odierna: «Sabato le reti non ci sono mancate; per vincere ci è mancato davvero solo un qualcosina in più. Quello che potremmo aver trovato in gara 3: giocando al massimo delle nostre possibilit­à, proprio come fatto martedì, a Zurigo possiamo vincere». Tra chi ha “ereditato” i panni di scorer di razza lasciati vacanti dagli infortuni di Brunner e Bürgler ci sono in particolar­e Sannitz e Reuille, autentiche rivelazion­i di questi playoff. «Anziché destabiliz­zare la squadra, gli infortuni l’hanno unita ancora di più. Ognuno si è fatto carico di una parte delle responsabi­lità degli assenti. Il gruppo ha risposto alla grande a questa situazione delicata. La linea formata da Reuille, Sannitz e Walker, tanto per citarne una, sta facendo meraviglie: i punti che hanno raccolto non sono frutto del caso, ma del grande lavoro che stanno facendo». Nonostante Lajunen sia per ora meno prolifico (nella finale ha contabiliz­zato solo un assist, sul 3-0 di Hofmann di martedì), il suo apporto alla squadra, una volta rientrato dopo l’infortunio rimediato nei quarti di finale contro il Friborgo, si fa comunque sentire parecchio: «Reti e assist non sono tutto nella dinamica di una squadra. Fortunatam­ente c’è chi le segna al posto mio e di altri, ma ciò che conta è che tutti facciano al meglio il compito che è stato loro assegnato e dia il massimo per i compagni. Cosa che, appunto, è stata fatta quasi alla perfezione martedì». Come leggere il risultato di gara 3 (3-0) per rapporto a quello di gara 1 alla Resega (0-1)? «Lo Zurigo ha messo la medesima intensità in entrambe le partite. A cambiare siamo però stati noi, che martedì siamo sensibilme­nte migliorati». A fare la differenza, nel terzo atto, è stata soprattutt­o la grande disciplina difensiva evidenziat­a dal Lugano: «Sì, senza dubbio gran parte del merito di questa vittoria viene dal nostro rigore difensivo. Ma anche negli altri settori del ghiaccio siamo stati capaci di tenere sotto pressione l’avversario. Siamo stati bravi a non concedere ai nostri avversari quelle facili occasioni di cui avevano beneficiat­o in gara 1 e gara 2.

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TI-PRESS/CRINARI Un punto per Lajunen (a sinistra), nessuno per Pettersson (a destra) nelle prime tre partite sinora giocate in questa finale
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