laRegione

Tra realtà e utopia, i sogni

La stagione del Riva di Valter Montini, partita fra mille incognite, si è chiusa in bellezza grazie anche al gruppo

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Si è chiusa in bellezza a Winterthur la stagione del Mari Group Riva. Una stagione iniziata con mille incognite, considerat­o un gruppo di giovanissi­me e due straniere di primo pelo in Europa. Oltre alla società, un allenatore, Valter Montini, pronto alla sfida: e oggi? «Oggi siamo tutti felici di aver mantenuto il posto in serie A con quattro ragazze del 2000, quattro del 1999 e tre del 1998 – afferma il tecnico italiano –. Una sfida di non poco conto, a confronto di altre compagini con elementi ben più scafati, ma è stato bello provarci e arrivare a questo risultato». Un gruppo forte è stato la base? «Direi proprio di sì, la capacità di stare bene assieme, di remare nella stessa direzione e di impegnarsi a fondo, pur con i limiti di tempo con i quali siamo stati costretti a confrontar­ci ogni settimana». Si pensava di avere la Mazzocchi a fare da chioccia, in sostituzio­ne della partente Müller, ma così non è stato .... «Infatti, le scelte profession­ali hanno giustament­e avuto la priorità e senza Lisa ci è mancato un punto di riferiment­o importante». Veniamo alle due straniere: una Moten ondivaga per troppe gare e una Brown cresciuta molto... «Per la Moten occorre considerar­e che era la prima volta in Svizzera e in una squadra dove doveva ricoprire più ruoli: play, guardia, ma le si chiedevano anche rimbalzi e difesa. Non è stata costante, è vero, ci aspettavam­o qualcosa di più, ma alla fine ha dato il suo contributo. La Brown, in un ruolo non proprio suo, si è mostrata redditizia ed è cresciuta molto, con ottimi contributi a rimbalzo e un finale finalmente da cecchina». Veniamo alle svizzere, partendo da quella che ha fatto il salto più evidente, la Augugliaro... «Certamente Marta è stata in continua ascesa, ha avuto una media di oltre 10 punti a gara, ha dato energia e fosforo alla squadra, superando paure e timori, prendendos­i responsabi­lità sempre maggiori che alla fine hanno pagato». Ghidossi, Equati e Kerkhof sono pure state sempre più incisive... «È vero, le prime due hanno preso fiducia nei loro mezzi, hanno dimostrato personalit­à e hanno operato bene nella seconda parte della stagione, sia in difesa sia in attacco. Per Zoe è stata dura vicino a canestro ma non si è mai tirata indietro. Tutte hanno osato, direi, prendendos­i anche tiri di troppo, ma è stato giusto così, perché provarci è segno di maturità». La Iocchi ha debuttato in un ruolo complesso, quello sotto i tabelloni, a sostituire una Polite che è mancata per infortunio, e si è visto... «La Polite poteva darci sostanza sotto le plance e abbiamo pagato la sua assenza. La Iocchi è cresciuta anche lei, deve farsi e avere costanza e volontà per migliorars­i». Poi c’è il gruppo del futuro: Giannoni, Brussolo, Sebastiani, Caccivio e Cavadini... «Ragazze che vanno lodate, anche se hanno visto il campo per pochi minuti, perché funzionali negli allenament­i e nella crescita della squadra: hanno un futuro, se continuera­nno a impegnarsi e a migliorars­i. Riva, anche da questo punto di vista, è una società che fa scuola». Fare le nozze con i fichi secchi, leggi budget limitato, galvanizza e stimola? «Ricordiamo­ci che il Riva ha, negli anni, costruito un gruppo che lo ha portato a vincere una Coppa Svizzera due anni fa. Poi ci sono questi periodi di transizion­e, legati ai cambi generazion­ali e quindi occorre fare di necessità virtù. I soldi sono quel che sono ma bastano per fare una buona squadra». Se poi si azzeccasse­ro le due straniere, magari tre col “2+1”, si soffrirebb­e un po’ meno... «Il futuro è domani, vedremo quali saranno le nostre scelte. È però vero che le straniere si azzeccano o meno, indipenden­temente dal prezzo. Staremo a vedere». Aver chiuso vincendo a Winterthur è stata la ciliegina sulla torta? «Direi di sì, una sorta di cerchio che si è chiuso sulla stagione e che nel contempo si apre al futuro. Consapevol­ezza di potercela giocare, voglia di sacrificar­si e di lottare per questa maglia, senza isterismi e senza voli pindarici, ma in amicizia. È base sulla quale si costruisco­no molti sogni: alcuni diventano anche realtà».

 ?? TI-PRESS/D.AGOSTA ?? Augugliaro e compagne hanno concluso al 7° rango
TI-PRESS/D.AGOSTA Augugliaro e compagne hanno concluso al 7° rango

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland