L’INIZIATIVA
Le tappe Nel 2011 organizzazioni attive nella politica di sviluppo, nella difesa dei diritti umani e nella protezione ambientale lanciano nel 2011 una petizione: firmata da oltre 135mila persone, chiede a governo e parlamento di adottare misure affinché le imprese con sede in Svizzera siano tenute a rispettare i diritti umani e l’ambiente ovunque nel mondo. Ma la politica tergiversa, così nel 2015 viene lanciata l’iniziativa popolare: in pochi mesi vengono depositate 120mila firme.
Dovere di diligenza Prescritto dalle Linee guida Onu, alle quali si rifanno i promotori: adottate nel 2011, fatte proprie da decine di Stati, raccomandano un mix di misure volontarie e regole vincolanti. Nel concreto: un’impresa deve assicurare di non violare i diritti umani, adottare misure adeguate in caso di danni e rendere conto dei problemi identificati e delle misure adottate.
Il testo Estende il dovere di diligenza alle attività all’estero delle imprese ‘svizzere’, chiamate dunque a rispondere delle violazioni di diritti umani o di norme ambientali commesse dalle loro filiali e dalle imprese controllate ovunque nel mondo. Le vittime, inoltre, possono denunciare le società in Svizzera per farsi risarcire i danni subiti. Se la società dimostra di aver adottato tutte le precauzioni del caso, viene liberata dalla responsabilità.