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Eredità miliardari­a a Lugano… in lire

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“Che sfiga”. È questo uno dei principali commenti emersi a seguito della vicenda di Luigi C., l’uomo che ha ricevuto dal nonno quasi 3 miliardi delle vecchie lire. La somma ereditata si trova in una cassetta di sicurezza di Lugano e non può più essere convertita dato che i termini sono scaduti nel 2012. Carta straccia, insomma, che Luigi intende però riavere: “Come potevo fare richiesta per una somma che neanche sapevo di avere?”. A Luigi C. i soldi non mancano. Suo nonno paterno Francesco – imprendito­re edile di nazionalit­à italiana che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Lugano, dove si è spento il 15 luglio 2017 all’età di 89 anni – ha lasciato all’unico erede (i cui genitori sono morti nel 1993) “due appartamen­ti, due conti correnti con somme ragguardev­oli e un portafogli­o di titoli azionari che ho già cambiato”. Il 48enne funzionari­o di banca conduce “una vita agiata e la somma ricevuta è già cospicua”. Pur non avendone certo bisogno, non ha nessuna intenzione di lasciarsi sfuggire il resto dell’eredità: 2 miliardi e 950 milioni, custoditi in una cassetta di sicurezza all’Ubs di Lugano, di cui fino alla morte del facoltoso parente ignorava l’esistenza. Il problema: si tratta di lire, da anni ormai non più convertibi­li in euro.

Una battaglia legale per convertirl­e

Luigi C. racconta la sua bizzarra avventura in un articolo pubblicato da ‘Il Tempo’ e ripreso tra gli altri dal ‘Corriere della Sera’ online. Spiega di non aver avuto alcun problema a portare l’ingente somma da Lugano in Italia (“perché si tratta di denaro privo di valore corrente”). Poi però si è scontrato con il ‘niet’ della Banca d’Italia: impossibil­e convertire il gruzzolo in euro, lo si poteva fare soltanto fino al 2012. L’erede non si dà per vinto: “Come potevo fare richiesta per una somma che neanche sapevo di avere?”. A suo parere “è una questione di principio”, dice. “Sono soldi che mio nonno ha guadagnato è che è assurdo che vadano persi così. So che c’è la possibilit­à di una transazion­e al 70%, una parte la darei sicurament­e in beneficenz­a, ma la dimentican­za di una persona sola e anziana non può costare tre miliardi”. Forte di questa convinzion­e, Luigi C. intende avviare una battaglia legale con l’assistenza degli avvocati della Fondazione italiana risparmiat­ori.

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TI-PRESS Soldi impossibil­i da cambiare

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