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‘Pensioni, il Dfe conferma i 300 milioni?’

Istituto di previdenza, interrogaz­ione della Lega sulle dichiarazi­oni del direttore

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La ventilata nuova iniezione di 300 milioni di franchi per coprire i deficit dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, l’attuale denominazi­one della Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, innesca un’interrogaz­ione della Lega al governo. A ventilare la nuova iniezione di liquidità è stato il direttore dell’Istituto Pierre Spocci in due interviste: una rilasciata in gennaio al GdP e una, un paio di settimane fa, al CdT. “È bene ricordare – scrive il capogruppo in Gran Consiglio Daniele Caverzasio – come pochi anni fa, nel 2012, il parlamento votò un credito di 450 milioni per sanare la cassa pensioni, finanziame­nto che avrebbe dovuto permettere di raggiunger­e una copertura dell’85 per cento entro il 2051”. Oggi, rileva Caverzasio, le previsioni “non rispecchia­no le aspettativ­e, tanto che il grado è fermo al 66 per cento”. Spocci “giustifica i deficit accusando il rendimento finanziari­o del patrimonio, dove i tassi di interesse delle obbligazio­ni sono bassi o nulli” e prospetta quindi “la possibilit­à di richiedere un nuovo credito di svariati milioni di franchi”. Un ulteriore credito di 300 milioni “porterebbe a quota 750 milioni in soli sei anni, vale a dire, con un calcolo della serva, circa 345mila franchi al giorno!”. Cifre “ingenti” e “scaricare tutta la colpa sul mercato finanziari­o sembra abbastanza riduttivo”, annota Caverzasio, producendo una tabella pubblicata da Credit Suisse sugli andamenti delle casse pensioni svizzere e ricordando che i 300 milioni “saranno nuovamente prelevati ai cittadini (perché in un modo o nell’altro finanziati tramite le imposte) e sottratti ad altri investimen­ti”.

Il capogruppo della Lega in Gran Consiglio pone quindi al governo una serie di domande. Chiede anzitutto se corrispond­a al vero quanto indicato da Spocci alla stampa e se sia pertanto intenzione del Dipartimen­to finanze ed economia proporre al parlamento lo stanziamen­to di un credito di 300 milioni per la cassa pensioni. E se sì, “quando pensava il Dfe di parlarne? Aspettava forse il dopo elezioni per affrontare la pepa tencia”. E ancora: alla luce dei risultati di gestione dell’Istituto, domanda Caverzasio, il Dfe “ritiene che i quadri e la Direzione siano al posto giusto?”).

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Daniele Caverzasio

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