Zali: ‘Preoccupante latitanza dell’Anas’
Il consigliere di Stato critica l’assenza all’incontro di Mezzana dell’ente che governa la strada vigezzina investita dalla frana di Pasqua
«Volevo chiedere spiegazioni, e mi va bene riceverle da una parte istituzionale come il vicepresidente della Regione Piemonte. È chiaro che la mancanza di un ente così direttamente coinvolto, che ha la governance di quella strada, non è un segno rassicurante». L’ente mancante è l’Anas; lo sfogo è quello del presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali raccolto dalla ‘Regione’ durante il suo viaggio di ritorno da Mezzana, sede ieri di un incontro sullo stato di avanzamento dei lavori sulla strada della Valle Vigezzo, interrotta dopo la frana del 1° aprile scorso costata la vita a due coniugi di Minusio. Presenti il vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e i rappresentanti dei comuni interessati al post sciagura. La preoccupazione di Zali esula dall’informazione «completa e trasparente» su tempistica, finanziamenti e lavori in programma ricevuta: «Non mi interessava sapere soltanto che la strada riaprirà solo tra 15 o 20 giorni. Dopo avere avuto delle vittime, è dovuta la sua messa in sicurezza a titolo definitivo». Altra preoccupazione arriva dal grado di conoscenza di quel territorio da parte di chi lo amministra: «La loro conoscenza delle loro montagne è assai diversa da quella che abbiamo noi delle nostre», continua Zali. «Dovranno indagare, e a seconda di quello che trovano dovranno progettare, deliberare gli appalti, iniziare i lavori. In base ai nostri standard, due anni di tempo sembra una previsione almeno ottimistica. Vedo davanti a noi diversi anni prima di arrivare a una messa in sicurezza». Non c’è un prossimo appuntamento in vista, annuncia il Presidente. «Riferirò ai colleghi del Consiglio di Stato. Con gli enti italiani ci siamo lasciati con la loro promessa d’informarci direttamente sugli sviluppi. È chiaro che la latitanza dell’Anas non è benaugurante per nessuno». L’incontro di Mezzana portava con sé l’occasione di ulteriori approfondimenti, relativi alla strada della Valle Cannobina e alla Statale 34 del Lago Maggiore, teatro di un evento franoso dalle dinamiche simili nel quale (era il 2017), un motociclista ticinese perse la vita. Dinamiche simili anche nella tempistica tutt’altro che immediata della messa in sicurezza di quel tratto. Tornando alla frana di Pasqua, i tecnici del Sistema informativo frane dell’ArpaPiemonte, dopo un sopralluogo congiunto con gli esperti della Regione Piemonte e gli incaricati dal Comune di Re e Anas, hanno quantificato in 600 metri cubi l’ammasso che ha travolto l’auto della coppia ticinese, staccatosi dalla parete rocciosa 60 metri al di sopra della Statale 337. Il tutto è accaduto in 120 secondi. Da questa relazione si è avuta la conferma che i blocchi hanno spazzato via la rete paramassi esistente, realizzata per questo scopo, ma per contenere massi di dimensione nettamente inferiore.