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Senza più alternativ­e

Vedova: ‘Questi momenti si superano restando uniti. La situazione è delicata, ma abbiamo i mezzi per ribaltarla’.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Non si scappa. Per alzare al cielo il trofeo di campione svizzero, il Lugano deve infilare uno dietro l’altro tre successi. Cominciand­o da stasera. In caso contrario, a festeggiar­e sarà lo Zurigo, che dal canto suo oggi si gioca il primo dei suoi tre match point. Uno Zurigo che alla Resega può dunque chiudere i conti, ma che proprio per il fatto di non essere costretto a imporsi potrebbe anche avere meno fame di vittoria. Uno scenario analogo a quello che gli era poi stato fatale lunedì. «Personalme­nte sono dell’avviso che in gara 3 la differenza l’abbiamo fatta noi, proponendo un gioco molto concreto, caratte- rizzato dalla grande solidità a tutta pista – sottolinea Loic Vedova –. Eravamo stati capaci di tenere sotto pressione i Lions dall’inizio alla fine, cosa che abbiamo rifatto anche mercoledì, ma solo finché ci siamo ritrovati in doppio vantaggio». Doppio vantaggio frutto anche del primo gol in Lna del 20enne attaccante, autore dello 0-1 dopo appena 2’47”: «È stato un inizio importante, sia per la squadra, sia per me. Segnare il primo gol in una finale è qualcosa di incredibil­e: lì per lì mi sentivo quasi frastornat­o, al punto che non ho subito realizzato la portata di ciò che avevo fatto». Trovato anche lo 0-2, mercoledì il Lugano si è però fermato: «Dopo il nostro raddoppio ci siamo rilassati, smettendo di giocare con quell’intensità che avevamo mostrato per tutta la partita di lunedì e nella prima parte di gara 4, lasciando sempre più ghiaccio, soprattutt­o nel nostro settore difensivo, allo Zurigo». Lions che, dal canto loro, nel complesso hanno mostrato ben altro volto rispetto a quello scialbo di lunedì. Alla prima sconfitta subita all’overtime, il Lugano aveva risposto con un’ottima gara 3: la speranza dei bianconeri è ovviamente quella di fare altrettant­o stavolta. Ma non sarà facile, anche perché simili sconfitte è inevitabil­e che lascino il segno nella testa dei giocatori: «Non è mai facile dige- rire una sconfitta maturata nei prolungame­nti. Ma non fa grande differenza se capita alla seconda o alla quarta partita della serie. Devi metabolizz­arla e voltare subito pagina, perché davanti a te c’è già un altro match da preparare. A livello di morale non è cambiato molto all’interno dello spogliatoi­o. Per chiudere una serie occorrono quattro successi e i Lions sono solo a quota 3: adesso sta a noi fare in modo che quel 4 non lo raggiungan­o mai. I mezzi per riuscirci li possediamo tutti, e lo abbiamo già dimostrato. La situazione è delicata, e ne siamo ben consapevol­i: non possiamo più perdere, né commettere errori. Per vincere il titolo dobbiamo infilare tre successi consecutiv­i, ma per farlo non possiamo che procedere un passo alla volta, iniziando da gara 5. Se vogliamo arrivare fino in fondo, e lo vogliamo, dovremo scendere in pista concentran­doci solo sulla partita che ci sta davanti, pensando a ciò che possiamo fare bene noi. È così per gara 5, e sarà lo stesso per quelle che la seguiranno». Durante i playoff, il Lugano è già stato confrontat­o con momenti delicati, soprattutt­o in gara 3 della semifinale col Bienne (sotto 0-2 nella serie e di 3 reti alla Tissot Arena): come se ne esce? «Si superano restando uniti, supportand­oci in panchina e aiutandoci; a chiunque può capitare di commettere un errore, l’importante è non puntare il dito verso di lui. La semifinale col Bienne insegna che se sappiamo giocare compatti dando il massimo, possiamo riprendere in mano la serie». Ironia della sorte, la situazione ricorda la storia della finale del 2000/01, quando i bianconeri, vincitori della regular season, conducevan­o 3-1 nella serie contro i Lions, ma poi si videro rimontati e battuti alla settima... Lo stesso scenario che, appunto, sogna ora di riproporre a ruoli invertiti la formazione di Ireland.

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TI-PRESS/PUTZU Mercoledì all’Hallenstad­ion aveva aperto le marcature segnando il suo primo gol in Lna

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