Cercare la propria strada
Il progetto Lift, finanziato dal Cantone, aiuta chi esce dalle Medie a trovare un apprendistato
La responsabile cantonale Karole Manfredi: ‘Diamo una mano a chi ha bisogno di motivazione’
Aiutare i ragazzi che finiscono la Scuola media a trovare un posto di apprendistato. Questo è l’obiettivo di Lift, un progetto nato in Svizzera tedesca ma che negli ultimi anni ha preso piede anche in Ticino. «Ci rivolgiamo soprattutto ai ragazzi con potenziale ma che hanno bisogno di motivazione, di una piccola spinta – spiega Karole Manfredi, responsabile di Lift per il Ticino – e diamo loro una mano mentre frequentano ancora la scuola dell’obbligo». Sì, perché questo progetto prevede che il ragazzo in terza e quarta media faccia tre stage di tre mesi ciascuno, «per dare continuità alla presenza in azienda e per far comprendere il prima possibile cosa è il mondo del lavoro, con quale attitudine sia giusto affrontarlo». Ma, parallelamente agli stage, ci sono anche dei moduli d’accompagnamento: «In questi corsi – continua Manfredi – prepariamo gli studenti a quello che li aspetta, e cerchiamo di trasmetter loro tutte le competenze necessarie a scrivere bene un curriculum vitae e una lettera di presentazione». E, par di capire, i riscontri sono buoni. Chi partecipa a Lift – progetto finanziato dal Dipartimento dell’educazione, cultura e sport tramite l’Ufficio dell’insegnamento medio – «mostra sì un miglioramento nella motivazione, ma spesso anche a livello scolastico. Le note migliorano, anche grazie a una maggior consapevolezza di sé». Motivazione che potrebbe mancare pur trovando un posto di apprendistato, quando non è quello desiderato. Quando, insomma, si tratta di una scelta di ripiego. Ma neanche questo sembra essere un problema perché, ribadisce la responsabile cantonale di Lift, «da una parte il ragazzo deve essere pronto ad adattarsi a fare, per esempio, il falegname quando invece aveva intenzione di fare l’impiegato di commercio. Ma dall’altro, ed è molto importante, tante volte si rendono conto che una professione che magari prima non gli interessava ha comunque spunti che possono incuriosirli, permettendo così di allargare sia le proprie vedute sia le prospettive di lavoro». E se un lavoro proprio non piace, c’è comunque un fattore importante: «L’esperienza, l’aver toccato con mano cos’è il mondo del lavoro. Per l’ultimo stage si cerca, nei limiti del possibile, di trovare un posto nel settore desiderato o affine al ragazzo. Non sempre ci si riesce, ma si tratta comunque di qualcosa da poter già mettere nel curriculum». Già, perché se si parla di esperienza, «questi sono stage che possono portare un futuro datore di lavoro a scegliere il ragazzo perché ha già un passato, anche se breve, nel mondo del lavoro. Un aiuto non da poco». Un lift, appunto.