Lauber: con le aziende accordi anziché processi
Il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber vorrebbe poter concludere accordi con le società perseguite, invece di trascinarle davanti a un tribunale, come avviene negli Stati Uniti. La sua proposta figura nella consultazione sulla revisione del Codice di procedura penale. “Oggi i procedimenti durano troppo e sono difficili da gestire. Propongo di poter concludere accordi con le aziende”, afferma Lauber in un’intervista pubblicata ieri da ‘Le Matin Dimanche’ e dalla ‘SonntagsZeitung’. La Svizzera, rileva, è sede di molte società commerciali e “abbiamo bisogno di una risposta penale adeguata” e di “nuovi strumenti per i casi più importanti di corruzione e riciclaggio di denaro”. Con un accordo si potrebbe far pagare all’azienda perseguita un indennizzo esigendo che prenda misure affinché le infrazioni non si riproducano. In cambio, i procedimenti verrebbero abbandonati.
Flotta marittima, l’Mpc può indagare
Il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) può proseguire le sue indagini su un ex quadro dell’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (Ufae) in relazione alla flotta commerciale marittima svizzera. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp) ha infatti dato il proprio via libera, ha detto ieri una sua portavoce, confermando quanto scritto dalla ‘Nzz am Sonntag’. L’Mpc ha così ricevuto l’autorizzazione per avviare procedimenti penali per infedeltà nella gestione pubblica e truffa in materia di prestazioni. Per procedere a un’operazione simile nei confronti di funzionari per infrazioni legate alla loro attività o alla loro situazione ufficiale, è necessario il beneplacito del Dfgp. L’ex quadro dell’Ufae è accusato di aver autorizzato il differimento dell’ammortamento di imbarcazioni che avevano ricevuto una fideiussione per potere finanziare navi che invece non l’avevano ottenuto. L’Mpc aveva dapprima rinunciato a entrare in materia sul caso. Poi ha riaperto il fascicolo dopo che il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca aveva sporto denuncia contro il funzionario.