Il ‘paternalismo libertario’ di Thaler
‘La volatilità di Wall Street? Mi sembra ‘normale’ in tempi molto rischiosi come questi, con Donald Trump alla Casa Bianca, la follia della Brexit e chissà quale governo in Italia. È sorprendente invece che la Borsa sia stata tranquillissima, così a lungo
Il Nobel per l’Economia Richard Thaler commenta con tono distaccato l’andamento dei mercati e la sua raccomandazione ai risparmiatori che, guardando le tv finanziarie, si spaventano per le notizie sui crolli degli indici azionari, è semplice: “Cambiate canale. Non cercate di azzeccare il market timing, cioè il momento ‘giusto’ di uscire dalla Borsa o entrarci: finisce quasi sempre male”. L’Economia ha incontrato Thaler a New York, dove il professore dell’Università di Chicago, padre dell’economia comportamentale, è ospite della Russell Sage Foundation.
Risparmia di più domani
Pochissimi accademici hanno avuto un impatto pratico sulla vita di milioni di persone come è successo per Thaler: il suo programma di risparmio previdenziale Save More Tomorrow – “Risparmia di più domani” o SMarT, che in inglese significa “intelligente” –, messo a punto con il collega della University of California Shlomo Benartzi, è adottato dalla maggioranza delle aziende americane che offrono fondi pensione. Ed è basato sui principi dell’economia comportamentale che sono valsi il Nobel 2017 a Thaler. “In molte occasioni la gente sembra aver bisogno di un aiuto, una ‘spinta gentile’ per decidere che cosa fare per il proprio bene – spiega Thaler –. Se il 40% degli americani ultraquarantenni ha zero risparmi previdenziali, vuol dire che gli essere umani non sono agenti economici perfettamente razionali, molto intelligenti e senza problemi di autocontrollo. Per questo con Benartzi ho inventato SMarT: l’iscrizione automatica dei lavoratori nei fondi pensione individuali con l’impegno ad aumentare automaticamente anche i contributi man mano che il salario cresce; ma sempre con l’opzione di uscirne con facilità”.
La “spinta gentile” o “Nudge” è il titolo del libro che lei ha scritto con Sunstein Cass, ex consulente della Casa Bianca di Barack Obama, proponendo il “paternalismo libertario”: come lo definisce?
È il modo di costruire un’architettura delle scelte per cercare di influenzare i comportamenti degli individui al fine di rendere le loro vite più lunghe, sane e migliori. Senza coercizione.
‘Il taglio delle tasse sulle aziende è positivo, ma per il resto la riforma di Trump aumenterà le diseguaglianze sociali, cosa di cui non c’era bisogno’
Una caratteristica cruciale del ‘paternalismo libertario’ è infatti che la gente possa uscire (opt out) in qualsiasi momento e in modo facile – idealmente con un click – dalla soluzione verso cui è stata ‘spinta’.
Secondo un altro Nobel per l’economia, Milton Friedman (premio 1976), esponente del pensiero liberale e liberista, nessuno meglio del diretto interessato può decidere che cosa sia bene per lui. Lei non è d’accordo?
Nella realtà ci sono molte situazioni in cui altri ne sanno più di te. Per la salute, ad esempio, di solito è bene fidarsi di un dottore. Io non dico che far scegliere all’interessato sia sempre una cattiva idea, ma che è sbagliato pensare sia sempre una buona idea. Inoltre è di fatto impossibile evitare qualsiasi forma di ‘spinta gentile’. Non esiste un’architettura neutrale delle scelte. Anche al ristorante lo si vede: il modo in cui è scritto un menu, l’ordine in cui sono presentati i piatti o il carattere con cui sono scritti i loro nomi, tutto influenza le decisioni del cliente.
Anche la sinistra critica il “paternalismo libertario”, perché le scelte per il “bene” della gente dovrebbero essere obbligatorie…
Ma sappiamo che i burocrati governativi hanno gli stessi difetti umani delle altre persone e quindi non sono immuni da decisioni irrazionali. Però di solito al governo lavorano degli esperti, in particolare nelle agenzie che controllano la sicurezza di cibi e medicine o quale soglia massima non deve superare l’inquinamento dell’aria. Comunque il ‘paternalismo libertario’ è a favore della forma più debole di intervento governativo.
A proposito dell’attuale governo Usa, la preoccupa il rischio di una guerra sulle tariffe per il suo impatto sull’economia globale?
Non credo che Trump capisca qualcosa di commercio internazionale. Secondo i sondaggi fatti dalla scuola di business della mia università fra 40 economisti sia di destra sia di sinistra, nessuno pensa che imporre tariffe alle importazioni sia una buona idea. La maggioranza non crede nemmeno che grazie alla riforma fiscale da poco approvata la crescita economica negli Usa fra dieci anni sarà sostanzialmente più alta di quanto non sarebbe successo senza la riforma. Il taglio delle tasse sulle aziende è positivo, ma per il resto la riforma di Trump aumenterà le diseguaglianze sociali, cosa di cui non c’era bisogno.
Dalla teoria alla pratica: lei ha co-fondato Fuller & Thaler asset management, una società che gestisce circa 9,5 miliardi di dollari applicando i principi della finanza comportamentale. In che modo?
I nostri fondi sono specializzati sulle azioni di aziende piccole e medie, perché nel segmento sotto le prime 5mila società quotate a Wall Street c’è meno competizione e ci sono più inefficienze. Guardiamo gli errori degli altri e cerchiamo di sfruttarli. A volte le quotazioni di una società oscillano più del nor-
male perché gli investitori reagiscono troppo a una cattiva notizia o troppo poco a una buona notizia: per noi sono occasioni di guadagni.
‘Forse userò quei soldi (i soldi del Nobel, quasi 100mila euro, ndr) per viziare i miei sei nipoti: è irrazionale?’
Capita per esempio che un’azienda con una cattiva storia alle spalle anche se cambia direzione e inizia a riprendersi continua ad essere ignorata dagli investitori, e noi ne approfittiamo per investire. Il nostro fondo più grande, Undiscovered managers behavioral value, negli ultimi 15 anni ha reso il 13,7% l’anno contro il 10% dell’indice S&P 500.
Come ha investito il milione di corone svedesi (quasi 100mila euro) del premio Nobel? Aveva dichiarato di volerlo spendere “nel modo più irrazionale possibile”…
Ah ah ah! È una battuta che mi è scappata perché ero ancora frastornato e addormentato alle 4.45 del mattino a
casa mia a Chicago, quando dalla Svezia gli organizzatori del Nobel – incuranti della differenza oraria – mi hanno fatto fare una conferenza stampa, dopo avermi svegliato alle 4 per darmi la notizia del premio. Forse userò quei soldi per viziare i miei sei nipoti: è irrazionale?
Nel film “La grande scommessa” lei è apparso per spiegare i titoli tossici al centro della grande crisi finanziaria del 2008. I mercati sono oggi più sicuri o c’è qualcosa che la preoccupa?
Dopo il 2008 sono state prese misure nella giusta direzione, per esempio chiedendo un aumento del capitale delle banche. I governatori della banca centrale Usa Ben Bernanke e Janet Yellen hanno fatto un ottimo lavoro e oggi il mercato è più sicuro. Ma non so quante delle nuove regole saranno smantellate da Trump. Non faccio previsioni. Ma se i tassi di interesse aumentano e i prezzi delle case scendono, anche a causa della riforma fiscale che abolisce certe deduzioni per i mutui, il mercato potrebbe subire seri contraccolpi.