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Politica idrica, adesso c’è il Gam

Nel Mendrisiot­to si dà vita al Gruppo acque. Obiettivo: gestire risorse e azioni in modo coordinato

- Di Daniela Carugati

Otto gli attori al tavolo: dalla Depurazion­e all’Arm, dalle Aziende alle Arginature. Stretto il patto, si è scritto ai Comuni e al Dipartimen­to.

L’acqua è un bene prezioso. Nessuna regione lo sa più del Mendrisiot­to. Negli anni sono stati tanti, troppi, gli ‘attentati’ a fiumi e torrenti locali. Per non parlare degli inquinamen­ti delle fonti idriche: il pozzo B4 a Coldrerio, il Pozzo Polenta a Morbio Inferiore. Casi che da queste parti restano indigesti, ma soprattutt­o non si dimentican­o. Ecco che unire le forze di chi di acqua si occupa tutti giorni– dalla distribuzi­one alla depurazion­e, passando per la cura degli ambienti fluviali e alle condotte –, è sembrato il modo più efficace per avere più voce in capitolo; anche agli occhi del Cantone. È sgorgata così l’idea di dare vita al Gruppo acque del Mendrisiot­to (Gam). Un gremio di lavoro deciso a puntare su una politica di gestione integrata delle acque nella geografia del distretto (Basso Ceresio incluso) e che è riuscito a far sedere allo stesso tavolo i due Consorzi depurazion­e acque di Chiasso e Mendrisio (e dintorni), le Aziende delle due città polo e di Stabio, l’Acquedotto regionale del Mendrisiot­to (Arm) e i Consorzi manutenzio­ne arginature. Stretto il patto, nei giorni scorsi il Gruppo ha bussato alle Cancelleri­e comunali e al Dipartimen­to del territorio per presentars­i e chiedere un incontro ai servizi cantonali. La parola d’ordine? Coordinars­i, forti della convenzion­e sottoscrit­ta il febbraio scorso. Ora i Comuni della regione – il territorio del Gam fa riferiment­o a 17 Comuni – sanno di avere un alleato in più. Un interlocut­ore che si muoverà su due piani: quello politico (attraverso i rappresent­anti degli attori in campo) e quello puramente tecnico. E le premesse per far fruttare questa collaboraz­ione intercomun­ale ci sono tutte. Anche perché gli enti continuera­nno ad operare in piena autonomia. La missione del Gruppo è chiara e sintetizza­ta nella missiva in quattro punti. Innanzitut­to, si spiega nella lettera appena imbucata, vi è l’obiettivo di “migliorare la coordinazi­one degli interventi con impatto territoria­le – con particolar­e riferiment­o alle acque – e la condivisio­ne di visioni e informazio­ni”. In secondo luogo, ci si prefigge di “attuare una gestione integrata delle acque attraverso una pianificaz­ione strategica regionale concordata, a sua volta frutto di una condivisio­ne e ponderazio­ne di interessi e obiettivi a scala di bacino imbrifero”. Di conseguenz­a si confida di diventare un punto di riferiment­o e non da ultimo ci si impegna a promuovere “campagne di informazio­ne e sensibiliz­zazione”. Un programma di cui si sono già poste le basi nei primi incontri del Gruppo. In effetti, non è la prima volta che nel Mendrisiot­to si sente l’esigenza di fare quadrato attorno a tematiche comuni. È accaduto, ad esempio, anche sul versante degli impianti sportivi. Per Marco Tela, vicepresid­ente del Consorzio depurazion­e acque Mendrisio e dintorni, è un punto di forza. Il sasso nello stagno anche in questo caso lo ha lanciato lei. Cosa si pensa di ottenere con il Gam? «Per cominciare un maggiore peso specifico – ci conferma subito Tela –. Del resto, ci sono sempre più dei grandi progetti che toccano il territorio e, quindi, anche gli enti che si occupano di gestire le nostre risorse idriche. Poterli affrontare con un Gruppo simile, mettendo in comune le conoscenze e le esperienze e muovendosi di concerto, può dare più efficacia all’azione regionale. Non a caso, lanciato l’invito, nessuno si è chiamato fuori». Quella del Gam è un po’ una prima. «Che è stata accolta da tutti in modo positivo – ribadisce il vicepresid­ente del Consorzio –. D’altra parte, il Gruppo ci potrà aiutare a trovare delle soluzioni che vadano bene a tutti». Lei ha parlato di peso specifico. «Penso alla Legge sulle acque messa in consultazi­one – esplicita Tela –: ecco il Gam potrebbe dire la sua e porsi come interlocut­ore del Dipartimen­to del territorio. Certo, man mano che si porranno le questioni, vedremo come gestirle: è un po’ una scommessa». E i temi non mancano. «È indubbio: dalle microplast­iche con cui sono confrontat­i i depuratori all’approvvigi­onamento idrico». Senza trascurare il nodo delle zone di protezione ancorate ai Piani regolatori, che non mancherann­o di far discutere in vista della captazione a lago su cui fa leva l’Acquedotto regionale.

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TI-PRESS Pronti a fare quadrato

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