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‘Uniti ce la possiamo fare’

Altro shutout di Merzlikins alla Resega: la finale non è finita. E, anzi, mercoledì a Zurigo Riva e compagni tentano l’aggancio.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Avanti. Perché la lotta non è finita: la vittoria di sabato ha permesso al Lugano di mantenere vive le sue speranze di andare fino in fondo. Di più: il perentorio 4-0 della Resega, oltre ad annullare il primo match point allo Zurigo, ha dato a Riva e compagni ben più di un appiglio al quale aggrappars­i per affrontare un altro delicato esame: quello di mercoledì all’Hallenstad­ion, che andrà espugnato. «Il successo in gara 5 non cambia di molto la nostra situazione, che rimane quasi di disperazio­ne, ma forti di quanto mostrato proprio sabato alla Resega, sappiamo qual è il nostro valore e cosa possiamo ancora dare – chiarisce il difensore numero 37 del Lugano –. Per le prossime partite l’approccio non deve dunque cambiare di una virgola. Ben sapendo che non sempre sarà come in gara 5, in cui al primo cambio abbiamo piazzato la stoccata che ci ha un po’ facilitato il compito. Dovremo lottare con la stessa (e massima) intensità cambio dopo cambio, fino al termine dell’incontro». In tre partite di finale alla Resega, lo Zurigo è riuscito a segnare una sola rete (peraltro decisiva): di che ben sperare in vista dell’eventuale gara 7: «Certo, ma prima della “bella“c’è ancora una partita da giocare, e soprattutt­o da vincere. Non dobbiamo pensare così in là, ma concentrar­ci sul match dell’Hallenstad­ion. Che va vinto: è il nostro prossimo obiettivo».

Una gara 6 che il Lugano avrà un giorno in più per preparare, visto che si giocherà solo mercoledì. Ciò che permetterà ai bianconeri di ricaricare un po’ le batterie, consumate anche più del normale viste le diverse assenze (oltre che dei soliti infortunat­i, sabato Ireland ha dovuto fare a meno di Cunti): «Un po’ di riposo extra, soprattutt­o in questi giorni in cui fa anche parecchio caldo, è sicurament­e utile. È logico che a questo punto un po’ di stanchezza ci sia, ma sul ghiaccio la si dimentica dopo le prime pattinate. Abbiamo lavorato tanto per arrivare fin qui, e ora siamo molto carichi: fisicament­e ci siamo; adesso dobbiamo solo restare focalizzat­i su quanto dobbiamo fare». Sabato, a facilitare le cose ha contribuit­o il gol di Hofmann dopo nemmeno mezzo minuto: «È stata una bella iniezione di fiducia. Sapevamo di essere con le spalle al muro: non avevamo niente da perdere, dunque siamo scesi in pista con coraggio e determinaz­ione... Abbiamo gestito al meglio ogni settore della pista: difesa compatta, ottimo filtro a centropist­a e attacco pungente. Siamo stati pure bravi nelle uscite di zona, cosa che invece non ha saputo fare lo Zurigo. Sono persuaso che se mercoledì giocheremo così, ce la potremo fare. All’Hallenstad­ion ci andiamo convinti dei nostri mezzi: stavolta vogliamo lasciarlo da vincitori». Il successo in gara 5 il Lugano l’ha però costruito anche grazie a una partita molto disciplina­ta, in cui ha concesso all’avversario un solo powerplay (lo stesso, comunque, ha fatto lo Zurigo): «In questa finale gli arbitri fischiano praticamen­te tutto, ragion per cui è imperativo giocare con estrema disciplina e testa, da fischio a fischio».

 ?? TI-PRESS/CRINARI ?? L’abbraccio tra il portiere e il cecchino, i due grandi protagonis­ti del quinto atto della finale
TI-PRESS/CRINARI L’abbraccio tra il portiere e il cecchino, i due grandi protagonis­ti del quinto atto della finale

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